Maggio, tre nomi per il ministero «Obiettivo turisti»
Oggi i nomi per il dopo Bianchi, poi sceglierà il ministro. In pole resta Chiarot
La proposta ufficiale da sottoporre al ministro dei Beni Culturali partirà oggi da Firenze dopo la riunione del consiglio di indirizzo del Maggio: parliamo della terna dei nomi tra cui Dario Franceschini dovrà scegliere a chi affidare la guida del teatro dell’Opera di Firenze ora che il sovrintendente Francesco Bianchi è dimissionario. I nomi che girano sono quelli fatti nei giorni scorsi. E sono quattro, anche se ultimamente ne è stato aggiunto uno che è quello di Umberto Angelini del teatro Grande di Bescia.
I quattro candidati forti sono: Cristiano Chiarot, numero uno alla Fenice di Venezia, in pole position anche perché pare molto gradito a Franceschini; Carlo Fuortes, oggi alla guida dell’Opera di Roma e dell’Arena di Verona, sostenuto dal sindaco Dario Nardella; Rosanna Purchia, sovrintendente del San Carlo di Napoli, molto interessata all’incarico; infine Alberto Triola, attuale direttore generale del Maggio. Il momento è delicato e, anche se contano considerazioni di ordine politico (chi è gradito a chi), vale molto anche il profilo della persona chiamata a dirigere un teatro con un debito consolidato di 60 milioni circa, con un livello di stress per il ridimensionamento sul personale importante e un conflitto interno, quanto a relazioni sindacali, diventato a tratti paralizzante. Il fatto che si cercherà di fare una scelta più mirata alle caratteristiche della persona lo si evince anche dal tenore della riunione che ieri mattina ha visto sedersi intorno a un tavolo lo stesso Nardella, l’assessore alla cultura e vicepresidente della Regione Monica Barni e i rappresentanti sindacali dei lavoratori del teatro.
Una riunione dicono tanto dalla Cgil, quanto dalla Fials e dalla Cisl che, lasciati in cantina vecchi malumori «prova a mettere tutti d’accordo intorno a un obiettivo comune» come dice Angelo Betti della Cis: salvare il teatro ancora a rischio liquidazione. Spiega Paola Galgani segretaria generale della Cgil Firenze: «Bisognerà aumentare i ricavi, non fare altri tagli al personale, riavvicinare i fiorentini al loro teatro e attrarre turisti». Non si tratta di vincolare il sovrintendente in arrivo a un mandato già scritto ma poco ci manca. Il perché è presto detto e per capirlo ci viene in aiuto Enrico Sciarra, segretario nazionale della Fials Cisal, anche lui presente ieri al tavolo con sindaco e vicepresidente della Regione: «Il sovrintendente che verrà — ci siamo detti ieri in riunione — dovrà farsi carico dell’ultimo tentativo di tenere in vita il Maggio. Entro il 2018 dobbiamo risanare il teatro, una struttura enorme che ha spese di funzionamento quadruplicate rispetto al vecchio Comunale (si parla di più di 2 milioni ndr). È chiaro che chi verrà dovrà concorrere a giustificare un investimento in un luogo come questo e per farlo non potrà non pensare a una programmazione in grado di attrarre parte dei 15/20 milioni di turisti che ogni anno passano da Firenze».
Uno, insomma, e questo è confermato dalla stessa Galgani, che, pur mantenendo un valore, in termini di produzione, in linea con la tradizione del Maggio, non tralasci di portare in scena tutto quel repertorio caro ai viaggiatori. Non basta: pare che, se Nardella si è impegnato con l’Anci a fare pressioni sul Governo per l’approvazione di una legge che tolga tutte le fondazioni dall’impiccio di ripianare i debiti — proprio ieri il sindaco ha incontrato Ninni Cutaia, direttore generale degli spettacoli dal vivo e Gianfranco Sole Commissario straordinario per le fondazioni liriche — la Regione potrebbe investire risorse aggiuntive se il futuro sovrintendente si impegnasse a lavorare sulla formazione e a portare la sua musica anche in manifestazioni sul territorio organizzate e promosse dalla stessa Regione.