UN FILO SALVA PINI
Caro sindaco Nardella, non ci conosciamo personalmente, anche se l’ho ascoltata suonare il violino in occasioni organizzate dal consiglio dell’Ordine degli avvocati di Firenze.
Pubblichiamo la lettera-appello del poeta Walter Rossi al sindaco di Firenze Dario Nardella perché «salvi» dal taglio i ventitré pini di viale Torricelli previsto — per motivi di sicurezza — dal prossimo 27 marzo.
Il mio è un appello disperato. Ho letto sulle pagine del Corriere Fiorentino che il 27 di marzo, tra qualche giorno, verrà eseguita, «per motivi di sicurezza», una sentenza irrevocabile di condanna a morte; verranno abbattuti i 23 pini che vivono da più di cento anni sul viale Torricelli, a poca distanza dal Piazzale Michelangelo. La decisione è stata presa dagli esperti della pubblica amministrazione e da lei che è il Primo Cittadino di questo luogo incantevole. Ispirato dalla mia cara amica sarda Maria Lai, una delle più grandi artiste italiane del secolo scorso, mi è venuta un’idea che sottopongo alla sua attenzione. La mia amica Maria legò, con la forza della sua poesia, le montagne attorno alla splendida cittadina di Ulassai. Noi potremmo legare tra loro i 23 pini, con dei tiranti d’acciaio, ricoperti da splendidi tessuti colorati offerti alla nostra città dai tessitori della città sorella di Prato. Legando tra loro i 23 pini otterremmo innanzitutto un’installazione permanente di arte contemporanea mai vista al mondo, un risultato estetico interessante, innovativo, visibile da tutti noi fiorentini e dai turisti che vorranno. Un fascio di tessuti rossi, verdi, azzurri, bianchi, gialli, arancione, esposti allo onde del vento. Sotto il profilo della sicurezza i tiranti d’acciaio garantirebbero i cittadini e gli automobilisti in caso di caduta improvvisa e repentina di uno di loro. Il rischio di caduta esiste ed è reale, non possiamo negarlo, non sono un ingegnere strutturale, né un forestale, ma non credo che tutti e 23 i pini possano cadere contemporaneamente, tutti insieme, lo stesso giorno, alla stessa ora. Se uno di loro dovesse morire di morte naturale, improvvisa, verrebbe sorretto, nel momento dell’estremo saluto, dagli altri pini, non rovinerebbe al suolo, rimarrebbe sospeso a mezz’aria e in quel momento, solo in quel momento, potremmo procedere all’abbattimento del singolo individuo e non di tutti. La prego di perdonarmi per la mia idea «semplicistica», è chiaro che occorrono approfondimenti e soprattutto una perizia tecnica, uno studio minimo di come installare i tiranti, le corde d’acciaio e successivamente i tessuti ad avvolgere e rendere bella l’installazione. Possiamo però approfondirla? Possiamo sospendere per un paio di mesi l’esecutività della sentenza di morte a carico dei nostri 23 amici pini marittimi? Io mi metto a sua disposizione, notte e giorno, da qui al 27 marzo. Aspetto una sua risposta, la prego, la scongiuro, la supplico, mi risponda, anche attraverso la stampa o i social, mi dia qualche piccola speranza di salvezza per i nostri pini.
Dei tiranti di acciaio, coperti da tessuti colorati donati da Prato, potrebbero sostenerli garantendo la sicurezza di auto e passanti