Corriere Fiorentino

Strage Erasmus, l’abbraccio del Papa E una targa con i versi del rettore

Un anno dalla morte delle studentess­e in Spagna. La poesia di Dei: «Ci lasciano il sorriso»

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era originaria di Greve in Chianti

Un anno dopo c’è una gran voglia di ricordare, ma ancora molti vuoti da colmare. La vicenda giudiziari­a ad esempio, ma anche aspetti come sicurezza e controllo dei ragazzi. È stata una giornata carica di emozione e dolore quella di ieri per le sette famiglie italiane che hanno perso i figli nell’incidente lungo l’autostrada AP 7 in Catalogna, dove il 20 marzo 2016 l’autobus su cui viaggiavan­o ha sbandato improvvisa­mente fino a schiantars­i sulla corsia opposta. Tredici le vittime, tutte studentess­e Erasmus con età comprese tra i 19 e i 25 anni.

Tra di loro, anche le tre toscane Valentina Gallo, di Firenze, Elena Maestrini, di Gavorrano e Lucrezia Borghi di Greve in Chianti. «Questa messa la officiamo per le vittime dell’incidente dell’anno scorso in Spagna» ha detto ieri mattina Papa Francesco in apertura dell’omelia nella parrocchia di Santa Marta, a Roma, dove sono state invitate le sette famiglie per una cerimonia privata. Un momento di profondo cordoglio, che poi è durato per tutta la giornata. Non solo a Roma e Firenze, dove erano in programma le commemoraz­ioni, ma anche sui social, su cui amici e parenti hanno fatto sentire la propria vicinanza ai genitori coinvolti nella tragedia. «Il suo sorriso è sempre nel nostro cuore» scrive ad esempio Silvia tra le decine di messaggi presenti sulla pagina Facebook di Gabriele Maestrini, il padre di Elena.

Lui però è ben lontano dai social, con la testa e con il cuore. L’ultimo post recita: «365 giorno e ancora non sappiamo nulla». Il riferiment­o è al procedimen­to penale a carico dell’unico indagato: l’autista 62enne del pullman. Il suo avvocato il 10 marzo scorso ha chiesto l’archiviazi­one dell’uomo, convinto che non ci siano presuppost­i di colpevolez­za, ma la decisione del giudice spagnolo non è ancora arrivata. «Un’attesa che ci preoccupa, perché temiamo che ci sia la volontà di far passare questi giorni dell’anniversar­io, per poi arrivare a una decisione a noi sfavorevol­e» ha spiegato lo stesso Maestrini domenica dopo l’incontro — insieme agli altri genitori -—con il ministro Valeria Fedeli, a cui è stato chiesto maggiori controlli e una maggior sicurezza per i ragazzi del progetto Erasmus, altra lacuna da colmare dopo la tragedia di un anno fa.

Anche per questo, i genitori delle 13 ragazze decedute hanno costituito l’associazio­ne genitori generazion­e Erasmus, affinché le regole di sicurezza per i viaggi siano rispettate. Ed è stato sempre lo stesso Maestrini, ieri pomeriggio, a prendere la parola per tutti i genitori, all’edificio D6 del Polo Universita­rio di Novoli, dove è stata scoperta la targa voluta dall’università di Firenze, in ricordo di Valentina, Elena e Lucrezia. Una pietra sulla quale saranno scolpiti per sempre i nomi delle tre studentess­e, all’ingresso dell’aula magna. I genitori sono arrivati alla spicciolat­a, quelli di Lucrezia Borghi accompagna­ti dal Sindaco di Greve in Chianti, Paolo Sottani, i Maestrini con il sindaco di Gavorrano, e la famiglia Gallo con Cristina Giachi, vicesindac­o di Firenze.

Si sono salutati, in silenzio, come vecchi amici, eppure, si sono conosciuti un anno fa, uniti da un destino è un dolore che non li lascerà mai.

«Saranno sempre con noi e con voi, i compagni di corso, tra questi banchi, con la loro voglia di apprendere — ha A sinistra Gabriele Maestrini con Papa Francesco a Roma Sopra la targa con i versi del rettore e i familiari delle ragazze nell’aula del polo di Novoli Dieci milioni di multe in meno di tre anni. Sanzioni record alle aziende cinesi di Prato, Firenze e Pistoia dopo le ispezioni nell’ambito del piano triennale «Lavoro Sicuro», lanciato dalla Regione. E proprio per rafforzare la sicurezza sul lavoro in queste aziende, la Regione ha lanciato una campagna (nella foto): saranno affissi manifesti e distribuit­i volantini, tutti in lingua cinese, a Campi, Prato e all’Osmannoro. (J.S.)

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