PASSIONE KOREA C’È MISTER VENDETTA
È Park-Chan-wook la stella del festival fiorentino in programma dal 23 al 31 Il regista amato da Tarantino riceverà le Chiavi della Città, presenterà il nuovo film e terrà una masterclass. Tra i temi della rassegna la condizione della donna
Si sono prenotati da tutta Italia, giovani studiosi, cinefili, o semplici appassionati, per assistere alla masterclass del maestro coreano Park Chan-wook sabato mattina al Teatro della Compagnia. La sala sarà piena fino all’orlo, tanto che l’organizzazione del quindicesimo Korea Film Fest ha dovuto chiudere le prenotazioni. Quindici anni fa «quando noi iniziavamo con questo festival, allora piccolo, con tre pellicole fornite dall’ambasciata coreana, al caldo torrido d’agosto, senza grande attenzione del pubblico» ricorda l’ideatore Riccardo Gelli, proprio allora nasceva quella che oggi viene definita la New Wave del Paese del Calmo Mattino. Un cinema che, grazie alla forza espressiva di autori come Kim Ki-duk e appunto Park Chan-wook, si apprestava a conquistare i favori del pubblico occidentale. Ora «alla fine di questo percorso artistico, tiriamo le somme – specifica Marco Luceri, co-direttore artistico della manifestazione – per capire cosa è rimasto di quella eredità». Si chiude un cerchio dunque, con il maestro della Trilogia della Vendetta amato da Tarantino che riceverà le Chiavi della città dalla vicesindaca Cristina Giachi e, oltre alla sua lezione magistrale, presenterà in anteprima The Handmaiden sabato in prima serata. Dal 23 al 31 marzo vedremo 43 film tra thriller, pellicole d’azione, altre erotiche, alcuni horror, drammi romantici tra cui uno, Twenty Again di Park Heung-shik, in gran parte girato a San Quirico d’Orcia. Con un focus sulla condizione della donna, uno sulla società coreana vista dalla strada. Se 43 film – tra cui molte prime visioni europee o italiane – non bastassero, ecco che in questa quindicesima edizione il festival si allarga: in apertura con uno spettacolo di break-dance coreana alle 20 sempre alla Compagnia, in chiusura un balletto tradizionale al Teatro Verdi, la mostra Minhwa, i dipinti che aprono il nuovo anno, personale dell’artista Suh Gong Im, esposta per tutta la durata del festival a Palazzo Bastogi con 35 dipinti realizzati con uno stile risalente al XVII secolo per celebrare l’ingresso nell’anno del Gallo,
un’altra mostra sarà inaugurata il 30 marzo alle 17.30 alle Murate dal titolo Straniamento tra fotografia, video installazioni, pittura e scultura unendo, ogni giorno alle 16 delle sessioni di prove per indossare l’hanbok, il tipico abito da cerimonia coreano, e infine una dimostrazione dell’arte marziale Taekwondo sabato alle 16 in piazza della Repubblica.Non è mai stato tanto ricco e variegato il Korea Film Fest. Che per l’ultima sera riserva la sua sorpresa di maggior valore: la proiezione di The Net, l’ultima pellicola di Kim Ki-duk sulla relazione tra le due Coree, presentata a Venezia 2016, che segna il ritorno del maestro alle sue origini espressivi, nel suo film forse più «politico».