Corriere Fiorentino

Vaccini, la battaglia dell’obbligo

In piazza a Firenze il fronte del no. Saccardi: non c’è altra via. Ma nel Pd spunta il dissenso

- Giulio Gori

Un gruppo di genitori ieri in piazza San Lorenzo

«Libertà, libertà». In piazza San Lorenzo, le mamme e i babbi contrari alla legge sui vaccini scandiscon­o slogan a favore della libertà di scelta: sono un centinaio, con bambini, clown e trampolier­i, per dire no all’obbligo delle vaccinazio­ni come requisito per l’iscrizione agli asili nido e alle materne. Succede nel giorno in cui la commission­e sanità del Consiglio regionale, che ha in esame la proposta di legge dell’assessore alla salute Stefania Saccardi, riceve settanta genitori del No per ascoltare le loro posizioni.

«Vogliamo informazio­ne, non segregazio­ne», «Non siamo contrari ai vaccini, siamo contro l’obbligo vaccinale», recitano gli striscioni, in mezzo ai palloncini colorati. «Non siamo antivaccin­isti, anche se tra noi ci sono dei no vax — dice Alessandra Ghisla, una delle mamme del No — Ma è una legge discrimina­toria: prendiamo il caso del morbillo, un bambino non vaccinato viene lasciato fuori dall’asilo, mentre l’insegnante può non essere vaccinato. Che senso ha?». Ghisla dice di non essere «contraria a priori» ai vaccini, ma ammette di non aver vaccinato suo figlio. Tra le mamme in piazza, quasi tutte hanno scelto di non farlo, o almeno di «rimandare». Perché? «Tutte quelle vaccinazio­ni assieme da piccoli possono essere pericolose», «ho fatto domande ai medici, ho avuto risposte insoddisfa­centi», «non c’è chiarezza sulle reazioni avverse» sono le risposte. Una mamma va oltre: «Credo che la natura debba fare il suo corso. Mi assumo la responsabi­lità di questa scelta». In piazza si affaccia anche un medico, è l’omeopata fiorentino Sergio Segantini, che ha in cura anche molti bimbi: «Certo che consiglio di vaccinare, ma parlare di vaccini è troppo generico. Ognuno ha il suo rischio e beneficio. Ma non ci sono ricerche adeguate, il rischio è poco determinab­ile». Segantini ha dubbi sul calendario ministeria­le: «Forse sarebbe meglio fare l’esavalente nel secondo semestre di vita e forse non tutti in una volta». E se luminari come l’immunologa Chiara Azzari del Meyer o il virologo Roberto Burioni del San Raffaele non condividon­o le sue perplessit­à, l’omeopata spiega che «loro fanno parte di strutture che difendono aprioristi­camente una posizione». «Servirebbe — aggiunge Segantini — anche uno studio di comparazio­ne sullo stato di salute tra soggetti vaccinati e non vaccinati». Significa che i non vaccinati potrebbero essere più sani dei vaccinati? «È possibile», risponde.

Sul fronte della politica, mentre il consiglier­e regionale Cinquestel­le Andrea Quartini si affaccia in piazza San Lorenzo («ma sono pro vaccini», precisa), l’assessore Saccardi risponde a distanza alle mamme del No: «L’obbligator­ietà è necessaria per il risultato quando con la persuasion­e non si ottiene nulla e quando è in gioco la salute pubblica, come stiamo vedendo con i focolai di morbillo — spiega — Abbiamo la responsabi­lità di decisioni anche se possono apparire impopolari». In Consiglio regionale, la seduta è porte chiuse, ma qualcosa filtra lo stesso. Gran parte degli interventi punta sul diritto costituzio­nale all’autodeterm­inazione sul trattament­o sanitario, si citano protocolli dell’Unione europea, le convenzion­i internazio­nali: «Si reintroduc­e l’obbligo in maniera indiretta, subdola». I genitori in udienza parlano di «ricatto», di «diritto all’istruzione negato». E chiedono: «Che senso ha negare ai bimbi non vaccinati di andare a scuola, se possono andare al cinema, al compleanno e ai giardini con gli altri bimbi?». Poi l’affondo: «Si baratta il diritto alla salute con quello all’istruzione». E qualcuno entra in terreni scivolosi. C’è il guaritore che spiega di affrontare «la febbre di mia figlia non con antipireti­ci, ma con argilla sul ventre» e lamenta che con la legge sui vaccini la sua attività «sarebbe danneggiat­a». E assicura che, sulla pericolosi­tà dei batteri, persino Pasteur in punto di morte avrebbe ritrattato tutto. C’è il teologo della chiesa veterocatt­olica di Usa e Canada, il reverendo Gastone Bernacchi, che se la prende con «la religione del Sacro Vaccino» e coi «medici passacarte del ministero». C’è la dentista di Pistoia che ha deciso di rimandare le vaccinazio­ni della figlia, perché troppo piccola per affrontarl­e, e poi lamenta che «non ci sono studi sulla loro efficacia sui bambini con più di 36 mesi». C’è il babbo che chiede «come mai a un bimbo non vaccinato si proibisce l’asilo, mentre il bimbo sieroposit­ivo può entrare» e un altro che è pronto a giurare che «un genitore è mediamente più informato di tanti medici».

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 ??  ?? Alcune mamme contro l’obbligo di vaccini ieri in piazza a Firenze. Sotto, il cartello su un passeggino (foto Garosi/Sestini)
Alcune mamme contro l’obbligo di vaccini ieri in piazza a Firenze. Sotto, il cartello su un passeggino (foto Garosi/Sestini)
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