IPOCRISIA DI UN «NÌ» (E UN INVITO A RENZI)
Sono andati in piazza e sono stati ricevuti in Consiglio regionale: a Firenze ieri c’è stata la parata degli avversari della legge sui vaccini. È un fronte composito che comprende genitori, pediatri, politici. Molti di loro sostengono che non sono contrari alle vaccinazioni, ma all’obbligo di vaccinare i bambini che devono iscriversi a nidi e materne (come prescrive la legge messa a punto dalla giunta regionale della Toscana e che dovrà essere approvata dal Consiglio). Sembra una rivendicazione di libertà, invece è solo un alibi. Un nì che copre un no a tutto tondo. Se non si contesta il valore dei vaccini, infatti, non è logicamente possibile opporsi alla loro obbligatorietà perché è questo l’unico strumento per garantirne l’efficacia, per preservare la salute pubblica. È dunque in gioco un interesse generale, il diritto a mandare i propri figli tra altri ragazzi con la certezza che non correranno rischi. Il resto sono parole irresponsabili, ossessioni immotivate, ostentazioni di pregiudizi. Una propaganda che è dilagata sul web, dove gli antidoti alla irragionevolezza sono scarsamente efficaci, ma che ha trovato sostegno anche a livello politico.
I Cinque Stelle, come abbiamo ampiamente documentato sul Corriere Fiorentino di martedì scorso, sono tra i paladini di questa campagna che fa strame di ogni certezza scientifica per cavalcare paure ed emotività. Ma che dire delle ambiguità che stanno emergendo nel gruppo Pd in commissione sanità del Consiglio regionale dove la legge sull’obbligatorietà dei vaccini è ora in discussione? E che dire dell’aperta avversione del presidente della Commissione sanità, Stefano Scaramelli, anche lui del Pd, che si è già dichiarato ostile all’estensione dell’obbligo alle materne e che chiede una pausa di riflessione? Forse pesa il timore che i grillini trovino altri consensi anche su questo tema? Di certo è già prevedibile uno slittamento del voto finale a Palazzo Panciatichi. In ogni caso si sta scherzando con il fuoco, in vista del nuovo anno scolastico. Matteo Renzi è già intervenuto nel dibattito pubblico criticando duramente chi ostacola i vaccini. Ma perché, allora, non insiste facendo di questo diritto alla salute uno dei capisaldi di una battaglia politica più vicina ai problemi quotidiani degli italiani e impegnandosi a varare quella legge che, incomprensibilmente, ancora manca?