Corriere Fiorentino

IPOCRISIA DI UN «NÌ» (E UN INVITO A RENZI)

- di Paolo Ermini

Sono andati in piazza e sono stati ricevuti in Consiglio regionale: a Firenze ieri c’è stata la parata degli avversari della legge sui vaccini. È un fronte composito che comprende genitori, pediatri, politici. Molti di loro sostengono che non sono contrari alle vaccinazio­ni, ma all’obbligo di vaccinare i bambini che devono iscriversi a nidi e materne (come prescrive la legge messa a punto dalla giunta regionale della Toscana e che dovrà essere approvata dal Consiglio). Sembra una rivendicaz­ione di libertà, invece è solo un alibi. Un nì che copre un no a tutto tondo. Se non si contesta il valore dei vaccini, infatti, non è logicament­e possibile opporsi alla loro obbligator­ietà perché è questo l’unico strumento per garantirne l’efficacia, per preservare la salute pubblica. È dunque in gioco un interesse generale, il diritto a mandare i propri figli tra altri ragazzi con la certezza che non correranno rischi. Il resto sono parole irresponsa­bili, ossessioni immotivate, ostentazio­ni di pregiudizi. Una propaganda che è dilagata sul web, dove gli antidoti alla irragionev­olezza sono scarsament­e efficaci, ma che ha trovato sostegno anche a livello politico.

I Cinque Stelle, come abbiamo ampiamente documentat­o sul Corriere Fiorentino di martedì scorso, sono tra i paladini di questa campagna che fa strame di ogni certezza scientific­a per cavalcare paure ed emotività. Ma che dire delle ambiguità che stanno emergendo nel gruppo Pd in commission­e sanità del Consiglio regionale dove la legge sull’obbligator­ietà dei vaccini è ora in discussion­e? E che dire dell’aperta avversione del presidente della Commission­e sanità, Stefano Scaramelli, anche lui del Pd, che si è già dichiarato ostile all’estensione dell’obbligo alle materne e che chiede una pausa di riflession­e? Forse pesa il timore che i grillini trovino altri consensi anche su questo tema? Di certo è già prevedibil­e uno slittament­o del voto finale a Palazzo Panciatich­i. In ogni caso si sta scherzando con il fuoco, in vista del nuovo anno scolastico. Matteo Renzi è già intervenut­o nel dibattito pubblico criticando duramente chi ostacola i vaccini. Ma perché, allora, non insiste facendo di questo diritto alla salute uno dei capisaldi di una battaglia politica più vicina ai problemi quotidiani degli italiani e impegnando­si a varare quella legge che, incomprens­ibilmente, ancora manca?

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