Mensa per i profughi, vince il no dei residenti
Livorno, stop alla struttura dopo le proteste
L’imprenditore: «Decisione presa insieme al Comune, sono deluso»
Alla fine a spuntarla sono stati i cittadini del comitato «Salviamo Livorno» e Fratelli d’Italia che avevano già convocato una manifestazione per il 30 marzo. La mensa che avrebbe dovuto accogliere 130 profughi tra via Michon e Via Indipendenza (in pieno centro) non si farà più. La decisione è stata presa ieri in un incontro tra l’imprenditore promotore Alberto Perassi e l’assessore al Sociale Ina Dhimgjini. «Sono stato convocato dall’assessore e abbiamo deciso di concerto di non farne di niente — racconta amareggiato l’imprenditore livornese — sono deluso, è uno schifo». Perassi, già gestore di due centri di accoglienza negli ex Hotel Gran Sasso e 4 Mori, avrebbe messo a disposizione uno spazio di 500 metri quadri per ospitare i migranti. Ma all’annuncio dell’iniziativa era nato un comitato dei residenti che aveva annunciato una raccolta firme e una manifestazione proprio sul luogo con la partecipazione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli. Nel volantino distribuito in città dal comitato si parlava di «scempio» per il centro cittadino con lo scopo di «far arricchire chi specula» sul fenomeno migratorio. Ed è stata proprio la mobilitazione dei residenti a provocare il passo indietro di Perassi. «Non abbiamo chiesto niente all’impresa — ci tiene a precisare l’assessore del M5S Dhimgjini —però non è possibile che l’amministrazione non venga coinvolta in un progetto così impattante nel centro della città».
Vertice