Corriere Fiorentino

Nek lo squalo: «Non mi fermo mai»

Il cantante romagnolo aprirà e chiuderà in Toscana il suo tour : «Ho casa al Forte, amo la Versilia»

- (Irene Delfino) Edoardo Semmola

Nek si sente «come uno squalo». Nel senso che «se mi fermo, muoio. Devo sempre fare qualcosa, sempre essere in movimento. Per questo sto già pensando a nuove canzoni, un nuovo album, e a un libro» nonostante abbia appena iniziato la promozione dell’album Unici.

Lo squalo Filippo Neviani ha eletto la Toscana a suo «mare» di caccia privilegia­to: con «Unici in tour» festeggia i 25 anni di carriera e i 20 dalla notorietà — proprio il 22 marzo del 1997 la sua più grande hit Laura non c’è sfondava in classifica — partendo dalla Toscana e finisce in Toscana: al via il 28 aprile dalla Città del Teatro di Cascina (Pi), poi il 5 maggio al Teatro Verdi di Montecatin­i, il 12 dal Verdi di Firenze («dovrò stare attento a non far crollare calcinacci a forza di vibrazioni musicali», scherza) per finire il 12 agosto dalla Villa Bertelli di Forte dei Marmi. «Sarà la prima volta che potrò andare al concerto in moto, tanto Villa Bertelli dista 5 minuti da casa mia, dal posto dove passo ogni estate da due decenni e non c’è meta estera che tenga e mi tenga lontano dalla Versilia per quanto la amo: anzi quasi quasi salgo direttamen­te con la moto sul palco e metto il microfono al motore». Li sta scaldando, i motori, Nek. «Tireremo giù questo teatro — sorride guardandos­i intorno nella sua prima visita al Verdi di Firenze — ormai è tempo perché anche il pop si misuri con la classicità di posti come questo».

Nek ha 45 anni e ripensa «alle ragazzine che mi seguivano ai tempi di Laura non c’è campagna. O «Dal mio giardino estivo», una serie di stampe serigrafic­he di peonie che dialogano con King, Tutankhamo­n e Nefertiti, ovvero oggetti in vetro dipinti. In mostra il dialogo fra sculture in vetro tridimensi­onali e opere bidimensio­nali, come le serigrafic­he della serie «Shadows Dances» e i vasi in vetro della collezione Raggi del Sole, realizzata a Murano. L’arte antica di plasmare il vetro, propria della tradizione veneziana, infatti, è e che sono diventate mamme e portano i loro figli ai miei concerti: grazie per non avermi abbandonat­o in tutti questi anni. vedo diverse generazion­i che si succedono ai concerti, sento l’attaccamen­to».

Come genitore ha iniziato a interessar­si al problema del bullismo «che ritengo sia soprattutt­o frutto del poco amore che noi genitori diamo ai figli, Nek all’interno del Teatro Verdi di Firenze dove si esibirà il prossimo 12 maggio anche parte della cultura finlandese, celebrata qui con la stampa «Heijastus» (Riflesso). La mostra itinerante apre le celebrazio­ni in Italia del Centenario dell’Indipenden­za della Finlandia. Nelle novanta opere esposte si nota la contaminaz­ione artistica con il Rinascimen­to fiorentino molto amato dall’artista. E prevale il suo colore preferito, «il blu di Piri». facendoli crescere soli: quando dai amore, loro restituisc­ono amore, e non odio». Ha scritto una canzone ispirata alla poesia Volere di Erri De Luca «che non conoscevo, se non come un personaggi­o sempre contro: mi hanno letto i suoi versi e sono rimasto fulminato — racconta — mi ci sono ritrovato, perché dà valore alle piccole cose. Da lì è nato il concerto per l’Unicef. Mi sono accorto che parlava delle cose piccole che sono grandi nella mia vita». Il brano si intitola Questo so di me.

Si è concesso una giornata a spasso per Firenze «che insieme a Verona è la città che più amo in Italia, dove mi sento a casa, anche se stordito dal caos del turismo e soprattutt­o sempre vittima di una perenne Sindrome di Stendhal che mi fa stare male, da quanto sto bene». Unici, uscito in Italia lo scorso autunno ed entrato subito ai vertici delle classifich­e è il tredicesim­o album di inediti di Nek ed è stato lanciato dal singolo Differente. Lo ha tradotto in spagnolo e si appresta ad aggredire il mercato sudamerica­no al quale si dedicherà dal giorno dopo il concerto di Forte dei Marmi.

 Le ragazze che mi seguivano ai tempi di Laura non c’è sono diventate mamme e portano i loro figli ai miei concerti  Tireremo giù i teatri, oramai è tempo perché anche il pop si misuri con la classicità di posti così belli

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