Corriere Fiorentino

Giannutri: le reti di frodo, chilometri­che

I sub di Monte Argentario in azione: sui fondali anche copertoni e una lavatrice

- Gabriele Baldanzi

GIANNUTRI (GROSSETO) Centinaia di metri di reti da pesca — nasse, maglie di filanca inzuppate e aggredite dalle alghe — sono state recuperate dai fondali che circondano l’isola di Giannutri. È il bilancio della giornata dedicata alla pulizia del mare dai centri diving di Monte Argentario, con il patrocinio e la collaboraz­ione attiva del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, del Comune di Isola del Giglio, di Capitaneri­a di Porto e Guardia di Finanza. Un team trasversal­e pubblico-privato, che per la prima volta scendeva (unito) in mare per liberarlo dai rifiuti.

I sub, una ventina, si sono divisi alcune zone che circondano l’isola. Dopo diverse ore di lavoro, dai fondali sono finalmente scomparsi oltre 1.500 metri di reti da pesca, nasse rimaste impigliate, per la maggior parte, durante la pesca a strascico sotto costa, una pratica vietata. Il materiale è stato poi issato a bordo di alcuni mezzi della società Micoperi (la stessa che ha recuperato il relitto della Costa Concordia e che ha messo a disposizio­ne il rimorchiat­ore Sarom 8) e del Consorzio nautico di Talamone. Infine lo smaltiment­o a terra. I rifiuti, a dire il vero, li avevano individuat­i i subacquei argentarin­i durante una serie di immersioni compiute a partire da metà marzo; poi, nell’ultimo week-end, sono stati caricati a bordo delle imbarcazio­ni spazzamare.

E nonostante l’enorme lavoro svolto rimangono molti gli oggetti da raccoglier­e. Segnalati e mappati, verranno rimossi alla prossima occasione. Per esempio, dal censimento risultano ancora in mare una lavatrice, alcuni copertoni e altri rifiuti in plastica e metallo. «Le reti prelevate dai fondali dell’isola — spiega il presidente del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri — non rappresent­avano solo un rifiuto ma una vera e propria trappola sempre attiva. Reti che erano presenti anche all’interno e nei dintorni delle acque protette». Proprio nelle ultime settimane, intorno all’efficacia dei controlli all’interno del parco dell’Arcipelago Toscano (un radar è stato sostituito da potenti telecamere, mentre le competenze sulla sorveglian­za sono appena transitate dai Forestali alle Fiamme Gialle) si è aperto un dibattito che investe l’intero comprensor­io, dalle isole di Gorgona e Pianosa fino a quella di Giannutri, passando per Capraia, Elba, Montecrist­o e Giglio. L’Ente Parco, per primo, invoca collaboraz­ione tra le varie forze di polizia e l’utilizzo di nuove tecnologie per ottenere a breve risultati migliori. La presenza di reti sta infatti a significar­e almeno due cose: la prima è la necessità di intensific­are ulteriorme­nte i controlli e le sanzioni verso i pescatori di frodo, che praticano una vera e propria concorrenz­a sleale; la seconda è che, evidenteme­nte, il mare protetto funziona molto bene da zona di ripopolame­nto ittico.

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Uno dei sub impegnati nella rimozione delle reti per la pesca a strascico rimaste impigliate nei fondali di Giannutri
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 ??  ?? La task force La pulizia del mare di Giannutri è stata organizzat­a dai centri diving di Monte Argentario, insieme a Ente Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, Comune di Isola del Giglio, Capitaneri­a di Porto e Guardia di Finanza
La task force La pulizia del mare di Giannutri è stata organizzat­a dai centri diving di Monte Argentario, insieme a Ente Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, Comune di Isola del Giglio, Capitaneri­a di Porto e Guardia di Finanza

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