Corriere Fiorentino

Il ciclista e il figlio della catechista Eccessi di due ex ragazzi normali

Federico e Lorenzo: dai problemi in famiglia alle serate a base di alcol

- di Giulio Gori

Il figlio della catechista, il ragazzino che corre in bicicletta acclamato dalla mamma. Poi, in due famiglie perbene, gente che lavora onestament­e, qualcosa si spezza. Una malattia che si porta via il babbo o una separazion­e conflittua­le tra i genitori. E quei due ragazzini cambiano. In loro scatta una forma di ribellione, che si traduce in una rincorsa verso gli eccessi. Fino alla folle corsa in automobile tra i viali e il centro di Firenze, facendo carambole tra auto parcheggia­te, jersey e posti di blocco. Sono le storie di Lorenzo e Federico, entrambi di vent’anni, i protagonis­ti dell’inseguimen­to della notte scorsa, su cui pesa l’ombra dell’alcol e della cocaina.

Lorenzo Manetti vive in una villetta bifamiliar­e di Grassina, viene da una famiglia molto conosciuta in paese, stimata da tutti. La mamma lavora in banca e per molti anni ha fatto la catechista in parrocchia. Il babbo era il vicecomand­ante dei vigili urbani a Bagno a Ripoli. Ma nel 2010, la scomparsa del padre dopo una lunga malattia, secondo il racconto di chi conosce Lorenzo da vicino, provoca nel ragazzino uno choc pesantissi­mo. La madre, con tre figli a carico, porta avanti la famiglia con grande dignità. Ma Lorenzo non è più lo stesso. «Cosa fa nella vita? — racconta un vicino di casa — Ciondola in paese e quando è a casa ascolta la musica a volumi altissimi, assordanti». «Quel che è successo a Firenze sui viali non mi sorprende per nulla», dice un altro vicino. Parte del suo tempo Lorenzo la dedica a smontare e rimontare motorini, nel giardino di casa ci sono le carcasse di alcune moto. Tempo fa, sul pianale di uno scooter, aveva montato due casse per ascoltare la musica mentre era in sella. Mentre su Facebook sono molte le immagini pubblicate che celebrano sostanze vietate: dalle foglie di marijuana, ai funghetti allucinoge­ni, fino al soprannome storpiato che si autoaffibb­ia: «Metanfetam­ane». Un paio di anni fa, un ragazzo che usciva nel gruppetto di Lorenzo morì di overdose.

Ma il leader del piccolo clan di cui Lorenzo fa parte e che si ritrova in piazza Umberto I a Grassina o nei giardini dietro la casa del Popolo sembra essere Federico Bini, detto «Dudo». Federico a Grassina ci è cresciuto, qualche anno fa si è trasferito con la mamma a Pelago, ma spesso la sera torna dai suoi amici di sempre, anche se non ha mai preso la patente. Figlio di una dipendente delle Poste, il ventenne «ha sofferto i pesanti strascichi della difficile separazion­e tra i genitori», racconta chi lo conosce. «Quando da ragazzino correva in bicicletta per l’Aquila Ganzaroli, la mamma gli stava dietro tantissimo, il babbo invece nessuno l’ha mai visto», racconta il padre di un ragazzo che correva con lui. A Grassina, molti ragazzi sui vent’anni che dicono di conoscere bene Lorenzo, fanno invece finta di non aver mai visto di Federico. Eppure per un po’ di tempo ha persino lavorato in una pizzeria al taglio in piazza Umberto I. I pochi che si sbilancian­o spiegano che «è un ragazzo che un giorno è amorevole e affettuoso con tutti, il giorno dopo è intrattabi­le, ha un fare aggressivo».

Molti gli eccessi, come quella volta in cui sarebbe stato sorpreso alla guida di un motorino col tasso alcolemico fuori dai limiti: «Io c’ero — racconta un ragazzo di Grassina — Era alla casa del popolo e si scolò una bottiglia di spumante da solo. Poi si fece prestare lo scooter da un amico, fece poche centinaia di metri e fece un incidente. In realtà ebbe sfortuna, non fu neppure colpa sua, sbagliò l’automobili­sta, ma lui rimase fregato perché aveva bevuto troppo».

Vero o no, Federico venerdì sera era a Firenze alla guida di un’automobile senza neppure avere la patente, assieme a Lorenzo, l’amico di tante serate ai giardini di Grassina. Pensare che su Facebook, dove ha una foto del profilo con in bocca quel che sembra una canna, giusto tre mesi fa Federico aveva pubblicato un articolo intitolato: «Ecco cosa rischia chi guida senza patente».

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A sinistra Federico Bini con in bocca quello che sembra essere uno spinello. A destra Lorenzo Manetti con un amico durante una festa (foto tratte da Facebook)
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