Corriere Fiorentino

MEMORIE DI FAMIGLIA NEL TACCUINO DI UNO STUDENTE

- di Vanni Santoni

Avendo parlato qualche settimana fa, con via di Soffiano, di grandi famiglie decadute della storia fiorentina, mi scrive una lettrice segnalando­mi quella dei Pescioni, e il fatto inusuale che ancora conservino una loro strada, benché ogni loro segno della loro presenza in città, e del loro splendore, sia da secoli scomparso. In effetti l’estinzione dei Pescioni risale al 1626; tuttavia fecero in tempo ad appropriar­si di quella strada che un tempo recava il nome di via delle Stelle, da un tabernacol­o mariano decorato con una volta celeste. La strada, assomitata dal bel campanile di San Gaetano, ha oggi un suo piglio sobrio e nobiliare, e ben rappresent­a ciò che — piaccia o non piaccia — muove denaro oggi a Firenze, ospitando (oltre a un centro studi La Pira) negozi di moda, banche, e uno di quei locali pensati e arredati per il solo pubblico degli studenti americani, con tanto di simboli di «sorority», shottini in offerta e trasmissio­ne a ciclo continuo di Nba, Mlb e simili. Anche la loggia dei Pescioni, che fu forse il motivo per cui la strada mantenne il nome della famiglia originaria di Castelfior­entino, non è altro oggi che la vetrina per il flagship store di un marchio di moda, ma del resto i Pescioni, dopo un inizio nell’artigianat­o, proprio nel commercio di tessuti si arricchiro­no —e i fiorentini più attempati ricorderan­no che il chiostro ospitava un’autorimess­a, quindi si è fatto decisament­e un passo avanti. In realtà anche il nome della loggia è improprio: essa, costruita sulla base di un disegno del Buontalent­i, non si chiama né loggia dei Pescioni né loggia di San Gaetano, come viene appellata da alcune fonti per prossimità e contatto con la chiesa vicina. Il suo nome ufficiale è loggia Teatina, per l’esser stata sede dell’Associazio­ne del Divino Amore, società religiosa fondata a Chieti (Teate). Così la si ricorda nei libri di storia dell’arte, poiché, ancora, rimane eco dell’importanza architetto­nica dei peducci delle volte, scelta prettament­e buontalent­iana nel loro differenzi­arsi a seconda del punto cardinale; e se nessuno ormai viene qui per la memoria dei Pescioni, c’è ancora qualcuno, studente di architettu­ra o di beni culturali, che si avvicina con un taccuino per copiarne le forme.

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