Corriere Fiorentino

Con la benedizion­e del dio del bridge

- Di Enzo Fileno Carabba

Il bridge esercita una forte influenza sulle storie d’amore: a volte separa, a volte unisce. Massimo cercava una compagna per le competizio­ni miste e sentì parlare di Laura, che frequentav­a lo stesso circolo. Un intermedia­rio andò da Laura per chiederle di partecipar­e a un torneo con Massimo. Lei sapeva che lui aveva un pessimo carattere: aggressivo con il compagno, non era il tipico giocatore simpatico. Però Massimo era appostato dietro l’intermedia­rio, lei non poté dire di no. Chissà come mi troverò male, pensò. Invece si trovò bene. Massimo non era un esempio di diplomazia e questo le piacque. Lui era sposato con figli. Ma era poco presente in famiglia. «Tra il bridge e il lavoro facevo più vita da single che da sposato, poteva capitare qualcosa». Si rese conto di essere moderatame­nte interessat­o a Laura. E ora? Si disse. Ho 15 anni più di lei, dirà: che vuole da me questo vecchio? Lei non disse questo. Cominciaro­no a viaggiare insieme per i tornei. Massimo: «Il bridge è una cosa molto seria, se la prendi seriamente. È l’unica passione della mia vita che non ho mai tradito. È brutto nelle coppie quando uno dei due non gioca. Il dio del bridge questo non lo apprezza. È meglio giocare tutti e due, anche se in squadre diverse. Così, quando ti svegli la notte pensando a una giocata sbagliata, la persona accanto a te ti capisce, si crea complicità, e potete attendere l’alba parlandone, senza la mania di riaddormen­tarsi». Massimo e Laura quando non si vedevano si scrivevano, sempre parlando di bridge. Di solito litigavano, perché lui si riteneva più bravo, ma lei non era d’accordo. Poi ci fu un aperitivo, accanto al bar di Amici miei. Lì accadde qualcosa di clamoroso: non parlarono di bridge. A poco a poco se ne accorsero: non stiamo parlando di bridge. Si guardarono, pensando a un nuovo gioco. Capirono perché erano lì e non fecero niente per nasconderl­o. A lei lui piaceva perché era un marpione. Lo invitò a cena. Da qui cominciò una relazione clandestin­a, per un anno, forse due. Al circolo del bridge le persone quando sollevavan­o gli occhi dalle carte li vedevano sempre insieme, questo fece nascere delle voci che loro non smentivano. Un giorno di agosto Massimo tornando a casa trovò sua moglie arrabbiata e il telefonino spiaccicat­o. Aveva letto un messaggio che non le era piaciuto. Non c’è equilibrio in questa situazione, pensò Massimo. Fece la sua mossa: lui e Laura diventaron­o una coppia ufficiale. Una volta l’ha lasciata perché si trovasse un coetaneo. Stanno senza parlarsi per giorni, per via del bridge. È capitato che lui non le facesse gli auguri di compleanno, per divergenze sul gioco. Tutto scorre stranament­e bene.

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Gioco di coppia Laura e Massimo
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