Corriere Fiorentino

Baba, il bomber silenzioso: non esulto, ho i miei motivi

Il senegalese entra, segna e manda un altro messaggio all’allenatore

- Duccio Zoccolini

Un colpo di testa e un piccolo record, che conoscendo Babacar forse non sapeva nemmeno di inseguire. Perché la rete di ieri, per il centravant­i senegalese, segna un traguardo nella sua carriera. Mai, infatti, il viola in cinque stagioni vissute in prima squadra era riuscito a superare le nove reti totali. Per questo il colpo di testa vincente con cui ha permesso ai suoi compagni di centrare la terza vittoria consecutiv­a ha un valore speciale. Decimo gol e soprattutt­o tre punti. Che poi è quello che ha contraddis­tinto il suo recente passato.

Gioca poco, Baba, ma segna comunque tanto. E soprattutt­o gol pesanti. Destino strano il suo, legato a infortuni e squalifich­e degli altri. Ma anche alle scelte dell’allenatore che non l’hanno mai privilegia­to. Ma la forza di Baba è stata la voglia di resistere comunque. Perché il viola, per lui, resta la sfida da vincere. Con o senza Sousa. Che stavolta non può che avere parole al miele per lui: «Sta avendo più spazio ma sta anche competendo con Kalinic. Non l’ho mai visto bene come in questa stagione, si sta allenando in maniera straordina­ria ed interagisc­e con la squadra. Diventerà sempre più forte».

Le sue statistich­e, d’altronde, parlano da sole. Un gol ogni 123 minuti (uno ogni 150 per Kalinic), ma comunque eternament­e costretto a dimostrare il suo valore in pochi spezzoni di partita. C’era tutto questo dietro la sua mancata esultanza di ieri: «Ci sono molti motivi e poi non mi è venuto nulla in mente». Ma bastava guardarlo in faccia mentre i compagni provavano a farlo sorridere per capire quale sia il problema del senegalese: «Sicurament­e vorrei giocare di più. Devo avere pazienza aspettando i momenti giusti come questo per fare gol». Il sorriso, comunque, il solare Babacar l’ha recuperato subito e a fine partita ha abbracciat­o nuovamente tutti i compagni, grati per quel suo colpo di testa decisivo. Per lui, ormai fiorentino adottato, Firenze è più che una seconda casa. Ed è per questo che l’estate scorsa aveva dato l’ok alla cessione al suo procurator­e solo in caso di offerte irrinuncia­bili (Corvino chiedeva almeno 12 milioni per il suo cartellino). Vuole dimostrare il suo valore a Firenze, sperando magari di avere più delle tredici maglie da titolare che poi ha indossato.

Certo il mercato di gennaio avrebbe potuto cambiare tutto, forse anche nella sua carriera. Ma il no di Kalinic ai cinesi ha bloccato sul nascere il suo sogno, quello di essere l’attaccante titolare della Fiorentina. Ora però la schiena di Kalinic potrebbe aiutarlo a trovare spazio. Lui aspetta e si allena. E a giugno? Il possibile assalto della Premier e della Bundesliga a Kalinic e la sempre più probabile partenza di Sousa potrebbero rilanciare le sue quotazioni anche perché Corvino lo considera un «figlio» calcistico e il senegalese in grado di giocarsi ogni domenica senza preconcett­i una maglia da titolare sarebbe anche la sua vittoria. In fondo un ingaggio di 1,5 milioni per un bomber di 24 anni fatto in casa e così prolifico non sono poi così tanti.

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Paulo Sousa, allenatore della Fiorentina A fine stagione scadrà il suo contratto con il club
 ??  ?? In silenzio Babacar festeggiat­o dai compagni dopo il gol della vittoria Il senegalese ha però preferito non esultare
In silenzio Babacar festeggiat­o dai compagni dopo il gol della vittoria Il senegalese ha però preferito non esultare

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