La bottiglia che non ti aspetti Acqua, il tesoro nascosto
Non solo vino, con Panna, Uliveto & c. la Toscana è tra i leader mondiali delle minerali: un mercato difficile ma in crescita costante, con un giro d’affari da 2,5 miliardi di euro E ora una holding fiorentina punta al rilancio della sorgente Tesorino, pe
La Sorgente Tesorino prova a ripartire con il gruppo Mlc, holding fiorentina già titolare di tre società attive nel settore del cibo che conta su 70 dipendenti e genera un fatturato annuo di 7 milioni di euro. L’azienda di Montopoli Val D’Arno (Pisa), nota per le bottiglie verdi di acqua oligominerale e in profonda crisi economica, passa Mlc in affitto d’azienda provvisorio: il progetto di rilancio, per il quale il gruppo Mlc ha portato a termine un aumento di capitale da 100mila euro, prevede l’acquisto definitivo della Sorgente entro un anno e mezzo al prezzo di due milioni di euro e la conferma dei sei dipendenti.
Una scommessa, quella della holding fiorentina, che punta sul fatto che la Toscana è fra le regioni italiane leader nel comparto delle acque minerali: con 23 sorgenti e 14 società di imbottigliamento e commercializzazione attive, è dietro solo a Lombardia e Veneto. Vanta brand prestigiosi, come l’acqua Uliveto e l’acqua Panna (controllata dal gruppo Nestlé) che «sono entrati a pieno titolo nei simboli del Made in Italy», come spiega il presidente di Mineracqua, l’associazione di categoria delle aziende, Ettore Fortuna.
«È un mercato in continua crescita — dice Fortuna — solo dal gennaio di quest’anno è cresciuto del 4%, dopo aver messo a segno rialzi dell’1% nel 2016 e del 9% nel 2015. La crescita è dovuta al fatto che i consumatori chiedono un prodotto di qualità e quelle italiane sono le migliori acque del mondo. L’Italia produce 13,5 miliardi di litri d’acqua l’anno, di cui 1,2 miliardi destinati all’export per un giro d’affari complessivo di 2,5 miliardi di euro». E la Toscana gioca da protagonista. Le potenzialità ci sono, anche se, avverte il vicepresidente di Mineracqua «è un mercato molto difficile che richiede competenze e investimenti, con margini molto bassi rispetto agli altri Paesi: in Italia il prezzo medio per un litro d’acqua è 22 centesimi, contro i 45 della Germania e i 90 del Regno Unito».
Potenzialità e rischi con i quali dovrà confrontarsi quindi il gruppo Mlc che però è molto determinato a riportare la Tesorino al posto d’onore che le compete, come spiega Alessandro Cassioli, direttore generale della società che ha rilevato il business: «L’obiettivo è il rilancio del marchio in Italia e all’estero», dice. In questi giorni Mlc sta riallacciando i rapporti commerciali con la grande distribuzione, da cui passa a il 70% delle vendite di acqua minerale: «Stiamo trovando un’ottima accoglienza» dice Cassioli, che spiega gli obiettivi a breve termine per la Tesorino: «Per il 2017 abbiamo stimato un fatturato di circa 900 milioni, il 20% del quale andrà alla comunicazione». La cifra è in linea con i risultati 2015, ma destinata a salire, soprattutto puntando sul mercato degli sportivi: «Tesorino — prosegue — è un’acqua di nicchia ed è questo il motivo per cui l’abbiamo rilevata. Veniva venduta in farmacia, è tra le più care del mercato con un prezzo medio di 33 centesimi al litro, giustificato dalle proprietà medicali: l’elevata qualità è l’asset principale sul quale scommettiamo per portarla fuori dal mercato toscano, l’unico dove adesso è davvero conosciuta, nonostante sia riuscita a vincere due anni fa il premio come migliore acqua leggermente frizzante a Parigi, la terra della Perrier». Mlc ha già stretto un accordo con la società Essential di Montopoli Valdarno, leader mondiale nella produzione di aromi, recentemente rilevata dalla multinazionale indiana Roha: «Tesorino è un’acqua con proprietà minerali benefiche, molto adatta per gli sportivi, un settore che vogliamo aggredire con determinazione — dice Cassioli — con Essential stiamo lavorando per aromatizzarla con prodotti naturali e produrre il formato da mezzo litro per lo sport». Insomma, a Montopoli si sono messi in testa di fare la concorrenza al Gatorade. Una sfida non da poco per la sorgente che iniziò la sua storia nel 1941, quando per la prima volta venne estratta l’acqua da una falda minerale composta per lo più da sabbie finissime risalenti al Pliocene. Tesorino è arrivata a produrre tre milioni di bottiglie di acqua l’anno che però hanno sempre faticato a varcare i confini regionali. «Ripartiamo dai lavoratori — conclude il direttore generale — in questi anni sono stati l’anima dell’azienda, lavorando anche senza stipendio. Sono stati eroici, Tesorino esiste grazie a loro».