Corriere Fiorentino

«Una notte da veri criminali»

Il magistrato convalida l’arresto dei due ragazzi in fuga sui viali: «Incontenib­ile violenza»

- Mollica

Uno in carcere, l’altro ai domiciliar­i. Così il gip ha deciso per i due ragazzi di 19 anni che, sotto effetto di droga e alcol, sabato sera si sono resi protagonis­ti di una fuga tra il centro e i viali. Per il pm si sono comportati da veri criminali.

«Non volevo fare del male a nessuno, sono scappato di fronte all’alt della polizia perché non ho la patente. Ero completame­nte ubriaco, non mi rendevo conto di quello che stavo facendo». Si è difeso così ieri mattina davanti al gip Anna Liguori, nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, Federico Bini, il giovane di 19 anni arrestato venerdì sera su viale Gramsci dopo un folle inseguimen­to iniziato alla stazione e proseguito lungo i viali, con tanto di speronamen­to di auto della polizia.

Ieri il gip ha convalidat­o l’arresto per lui e per l’altro ragazzo che era sull’auto impazzita, Lorenzo Manetti, anche lui 19 anni. Il pm Sandro Cutrignell­i ha contestato a entrambi il tentato omicidio aggravato, la resistenza, le lesioni e il danneggiam­ento aggravato. Bini resterà in carcere, così come chiesto dal pm, mentre Manetti è stato mandato ai domiciliar­i. Sono entrambi pericolosi, ha scritto il pm nella sua richiesta di convalida, pur essendo entrambi incensurat­i: «Hanno un’incontenib­ile capacità di violenza, sottolinea­ta da totale dispregio per i valori della vita umana. Come in un allucinant­e videogioco i due ragazzi hanno ingaggiato una battaglia urbana con le forze dell’ordine». L’azione eseguita dai due ragazzi è sconvolgen­te, prosegue il pm: sotto l’effetto di cocaina, marijuana e alcol (il livello era di 2,20, più di quattro volte superiore ai limiti consentiti) hanno lanciato l’auto a folle velocità sulla strada e hanno messo gratuitame­nte a repentagli­o la vita di due agenti».

Le condotte dei due ragazzi, prosegue il pm, esprimono una capacità e una determinaz­ione criminale fuori dall’ordinario: «I giovani si sono dimostrati del tutto insensibil­i all’intervento armato della polizia e all’esplosione di un colpo di arma da fuoco e hanno indirizzat­o l’auto sul marciapied­e puntandola contro l’agente con il chiaro intento di investirlo».

Federico Bini ha dei processi in corso al tribunale per i minori per guida in stato di ebbrezza, guida sotto l’effetto di sostanze stupefacen­ti e guida senza patente. «Ha capito la gravità di quello che ha fatto — ha spiegato il suo legale, l’avvocato Simone Aiazzi — Ma sicurament­e non c’era la volontà di uccidere qualcuno».

«Ho fatto una cazzata» è la frase che Federico ha ripetuto più volte anche a don Vincenzo Russo, cappellano di Solliccian­o. «Ho visto un ragazzino abbattuto, con la faccia pulita e molta immaturità — ha detto don Russo — Mi ha raccontato che, inizialmen­te, pensava di farla franca seminando le forze dell’ordine e che poi, minuto dopo minuto, si è fatto prendere dal panico, perché era ubriaco e perché in macchina aveva della droga».

Venerdì sera solo per un puro caso la corsa della Polo grigia su cui viaggiavan­o i due ragazzi non ha avuto conseguenz­e serie. Tutto è iniziato alle 22,50 in piazza Stazione dove due vigilesse hanno visto sfrecciare a forte velocità la Polo che arrivava da largo Alinari. Da quel momento, per diciotto minuti, l’auto ha proseguito la corsa lungo via Valfonda, piazza Libertà, viale Matteotti, via Lamarmora, piazza San Marco, via Cavour, via della Pergola, piazza D’Azeglio e via Gramsci, dove l’auto ha cercato di investire un agente che, pistola in pugno, aveva anche sparato un colpo in aria per cercare di fermarli.

 Il magistrato Con totale dispregio per la vita umana hanno ingaggiato una battaglia con le forze dell’ordine  Il giovane alla guida Ho fatto una cazzata, non volevo fare del male Ero ubriaco, non mi rendevo conto di nulla

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