Corriere Fiorentino

I biglietti del padre suicida: senza mio figlio impazzisco

Val di Cecina, il rancore dopo la separazion­e. Il bimbo, scampato alla follia dell’uomo, è tornato a casa

- di Simone Innocenti

«Anni senza vedere mio figlio: questa cosa fa impazzire», ha scritto l’operaio che si è suicidato dopo aver tentato di uccidere suo figlio in Val di Cecina. L’uomo, che ha usato una bombola a gas, ha anche scritto: «Spero che questo gesto cambi la legge».

«Questo estremo gesto è un gesto che deriva da anni di sofferenze e di consulenze sbagliate», scrive sul suo bloc-notes recuperato dai carabinier­i nella sua Polo, l’operaio di 43 anni, residente in provincia di Firenze, padre separato, che si è ucciso ma non è riuscito ad uccidere il figlio di 8 anni, pronto ad uscire dall’auto piena di gas. Il gas della bombola che l’uomo aveva comprato in Campania, dove sabato era andato a prendere il figlio, d’accordo con l’ex moglie.

In quelle pagine l’uomo, che in passato aveva già tentato il suicidio, spiega le sue ragioni. «Spero che questo gesto porti al cambiament­o della legge», ha scritto. Il tribunale di Firenze — hanno spiegato i carabinier­i del Comando provincial­e di Pisa, coordinati dal pm Paolo Restuccia — aveva deciso che l’affido del figlio andasse in maniera esclusiva alla mamma, che però poteva autorizzar­e il padre a vedere il piccolo. In alternativ­a l’uomo poteva vedere il bambino alla presenza dei nonni.

«Il bambino ha diritto ad avere la cura di entrambi i genitori: dopo anni che uno non lo vede questo porta a impazzire» ha scritto l’operaio. Un biglietto, però, contrasseg­nato da sia da frasi che non hanno alcun senso apparente sia da sfoghi, come quando si parla di «consulenze sbagliate (...)». «La seconda consulenza è ancora peggio della prima: si sente nelle registrazi­oni...».

Se non è chiaro a cosa si riferisse l’uomo, ai carabinier­i è invece chiaro che lui abbia preparato con cura il piano per ammazzare un bambino di 8 anni e poi suicidarsi. Il ragazzino, che poi è stato portato all’ospedale di Pontedera per gli accertamen­ti del caso e ieri è stato dimesso e riportato a casa, ha raccontato di essersi svegliato nel sonno e di aver provato a soccorrere suo padre, che ha viaggiato dalla Campania fino a piazza XXV Aprile, a Montecatin­i Val di Cecina, tra Cecina e Volterra. «Papà si è sentito male», ha detto poi il bambino che per fortuna è riuscito a uscire dall’auto per andare a chiedere aiuto. «Spero che questo sacrificio aiuti anche gli altri bambini», aveva scritto l’uomo nelle pagine di quel taccuino che poi è stato sequestrat­o.

Sabato sera l’uomo, come aveva scritto sul proprio profilo Facebook, ha preso il treno per andare in Campania, dove il piccolo vive insieme alla madre, poi ha affittato un’auto e ha prelevato il figlio all’uscita di scuola con l’impegno di riconsegna­rlo alla madre in serata. Lei ha acconsenti­to.

Poi la donna non vedendo tornare l’ex marito con il figlio, aveva cominciato a chiamare l’uomo, ma lui non ha mai risposto. Così è andata a denunciarl­o per sottrazion­e di minore a un commissari­ato della zona dove vive. L’uomo non accettava che il figlio, dopo la separazion­e dalla moglie avvenuta nel 2012, fosse stato affidato in via esclusiva alla madre. Un rancore covato per anni, fino alla pianificaz­ione del gesto folle: suicidarsi e uccidere il figlio. Che però ora sta bene, ed è tornato finalmente a casa.

Nel bloc-notes «Spero che questo gesto porti al cambiament­o della legge»

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