Corriere Fiorentino

Pd, il cappotto toscano di Renzi «Meno iscritti, ma più voti»

L’ex premier conquista tutte le federazion­i. Via alla fase due: «Non siamo un partito personale»

- Giulio Gori

Gli iscritti calano, ma votano più di prima. È il riassunto di un sorridente Dario Parrini, il segretario regionale del Pd, che oltre a gongolare per il successo di Matteo Renzi nella fase uno del congresso dei Democratic­i, guarda ai numeri della partecipaz­ione con soddisfazi­one: rispetto al 2013, in Toscana, gli iscritti che si sono espressi sul segretario sono quasi 2.000 in meno (da 31 mila a 29 mila). Ma con 18 mila tesserati in meno: così la percentual­e dei votanti è salita dal 46 al 62 per cento. «È la prima volta che accade — dice Parrini — Non era mai successo nella storia dei partiti italiani ed europei una relazione inversa tra il calo degli iscritti e l’aumento della partecipaz­ione». Previsioni sulle primarie vere, quelle del 30 aprile, però il segretario non vuole farne, tranne ricordare che, di norma, il voto degli elettori non si discosta di molto da quello degli iscritti. Da parte sua, Renzi col 68 per cento fa cappotto in tutta la Toscana. Se quattro anni fa aveva vinto in 9 federazion­i toscane su 13, stavolta conquista anche Pisa, Massa Carrara, Livorno e Piombino. Maggioranz­a assoluta ovunque, con percentual­i che corrono tra il 54 e l’80 per cento e aumenti percentual­i ovunque a due cifre. Orlando prende il 30 per cento, mentre Emiliano non arriva neanche al 2. «Il voto a Orlando è il segno che questo partito non è il PdR, il partito di Renzi — dice Parrini — Non siamo un monolite, e il dibattito di questa prima fase del congresso è stato fatto in un clima di grande correttezz­a, con un’altissima qualità della discussion­e. Siamo ottimisti sulla prosecuzio­ne del congresso». La mozione Renzi vola nell’Empolese Valdelsa, oltre l’80 per cento (miglior risultato toscano), e cresce con oltre il 20 per cento in più rispetto al 2013 a Firenze, Prato, Piombino, in Versilia e a Massa Carrara. Ma proprio Carrara è l’unica città di grandi dimensioni in cui l’ex premier esce sconfitto da Orlando: «È una buona notizia — commenta Parrini — Vuol dire che abbiamo scelto bene il nostro candidato sindaco, perché Andrea Zanetti è della mozione Orlando». Tra i Comuni di medie dimensioni, il principale sfidante di Renzi ottiene la maggioranz­a assoluta anche a Pontedera, la «casa» del grande ex, il governator­e Enrico Rossi, e a Campi, dove il sindaco Emiliano Fossi gli ha tirato la volata. Per Emiliano, la soddisfazi­one di aver vinto a Castiglion Fiorentino, ma anche lo smacco di Signa, il feudo del consiglier­e regionale Paolo Bambagioni, dove è arrivato secondo dietro all’ex premier.

La partita vera, in ogni caso, comincia adesso: saranno le primarie aperte del 30 aprile a incoronare il segretario del Pd. E infatti la campagna si anima: ieri la senatrice Monica Cirinnà, madrina della legge sulle unioni civili, era a Firenze per un’iniziativa pro-Orlando e il comitato fiorentino è andato all’attacco della renziana Rosa Maria Di Giorgi: «La legge che porta il nome di Cirinnà — hanno scritto su Facebook gli orlandiani — (è stata) approvata tra mille difficoltà anche per colpa di una parte del Pd, guidata dalla senatrice fiorentina Di Giorgi, che ha preteso e ottenuto di eliminare dal testo la stepchild adoption».

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Matteo Renzi mentre vota al circolo in cui è iscritto, quello di Vie Nuove a Firenze, il 24 marzo scorso

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