Pericoloso, ma non troppo: il bullo è già fuori
Scarcerato l’uomo che spaventava via Baracca: «La testata al carabiniere? Non dolorosa»
Il giudice Nei suoi confronti alcune mere segnalazioni di polizia Ha solo una condanna per violenza sessuale nel 2012
Siccome quella testata al petto non ha «allegata oralmente e neppure documentalmente alcunché di particolarmente doloroso», allora lui può tornare libero perché l’arresto non viene convalidato. Così il giudice Gaetano Magnelli ieri mattina ha rimesso in libertà il «bullo» che per giorni ha spaventato via Baracca: Dimitru Grosu, romeno di 27 anni, sedicente, arrestato dai carabinieri della Stazione di Peretola per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, un arresto che «si ritiene non sia giustificato» chiosa il giudice. Tutto è iniziato sabato scorso quando l’uomo, secondo il racconto di due testimoni, infastidiva i passanti, dando calci e pugni a tutto ciò che si trovava davanti. Una volta arrivati in zona, i carabinieri lo avevano trovato su una panchina nei pressi della Lidl. Era seduto, ma dato che non aveva i documenti i militari avevano deciso che dovesse essere fotosegnalato. Uscito dalla «gazzella», però, l’uomo aveva tirato una testata al petto di un carabiniere, finendo in arresto per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Ieri mattina, però, il giudice non ha convalidato l’arresto perché «la testata è stata inferta quando la situazione era di assoluto controllo da parte dei militari proprio davanti alla caserma». E ancora: no all’arresto perché Grosu «non è pericoloso socialmente» anche se «attinto da una condanna per violenza sessuale nel 2012 (un anno e cinque mesi, ndr)»: per il resto «lui è stato sopraggiunto da mere segnalazioni di polizia» e non da condanne.
Le forze dell’ordine lo hanno denunciato per danneggiamenti, furto, violenza privata ed è stato inoltre identificato con più alias. Il 5 marzo scorso ha patteggiato una condanna per furto aggravato.
In pratica, argomenta il giudice, l’arresto di sabato non va confermato «perché la misura coercitiva non è giustificata dalla gravità del fatto, dalla pericolosità del soggetto desunta dalla sua personalità o dalle circostanze del fatto».