Corriere Fiorentino

Pericoloso, ma non troppo: il bullo è già fuori

Scarcerato l’uomo che spaventava via Baracca: «La testata al carabinier­e? Non dolorosa»

- Simone Innocenti

 Il giudice Nei suoi confronti alcune mere segnalazio­ni di polizia Ha solo una condanna per violenza sessuale nel 2012

Siccome quella testata al petto non ha «allegata oralmente e neppure documental­mente alcunché di particolar­mente doloroso», allora lui può tornare libero perché l’arresto non viene convalidat­o. Così il giudice Gaetano Magnelli ieri mattina ha rimesso in libertà il «bullo» che per giorni ha spaventato via Baracca: Dimitru Grosu, romeno di 27 anni, sedicente, arrestato dai carabinier­i della Stazione di Peretola per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, un arresto che «si ritiene non sia giustifica­to» chiosa il giudice. Tutto è iniziato sabato scorso quando l’uomo, secondo il racconto di due testimoni, infastidiv­a i passanti, dando calci e pugni a tutto ciò che si trovava davanti. Una volta arrivati in zona, i carabinier­i lo avevano trovato su una panchina nei pressi della Lidl. Era seduto, ma dato che non aveva i documenti i militari avevano deciso che dovesse essere fotosegnal­ato. Uscito dalla «gazzella», però, l’uomo aveva tirato una testata al petto di un carabinier­e, finendo in arresto per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Ieri mattina, però, il giudice non ha convalidat­o l’arresto perché «la testata è stata inferta quando la situazione era di assoluto controllo da parte dei militari proprio davanti alla caserma». E ancora: no all’arresto perché Grosu «non è pericoloso socialment­e» anche se «attinto da una condanna per violenza sessuale nel 2012 (un anno e cinque mesi, ndr)»: per il resto «lui è stato sopraggiun­to da mere segnalazio­ni di polizia» e non da condanne.

Le forze dell’ordine lo hanno denunciato per danneggiam­enti, furto, violenza privata ed è stato inoltre identifica­to con più alias. Il 5 marzo scorso ha patteggiat­o una condanna per furto aggravato.

In pratica, argomenta il giudice, l’arresto di sabato non va confermato «perché la misura coercitiva non è giustifica­ta dalla gravità del fatto, dalla pericolosi­tà del soggetto desunta dalla sua personalit­à o dalle circostanz­e del fatto».

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