Tata ha chiuso la porta, il morale è sempre più su
Convinzione e morale. La Fiorentina all’Europa ci crede per davvero e non solo per quel «patto» firmato con Corvino davanti alla stampa prima di Crotone. Tre successi consecutivi sono un bel guanto di sfida al campionato, lanciato proprio quando tutto sembrava perduto: dopo la debacle con il Gladbach invece, i viola non hanno più perso. Due pareggi, tre vittorie e 11 punti in più in classifica. Non male per una squadra che rischiava di squagliarsi. Anche perché il dato della porta inviolata inizia a farsi interessante: l’ultimo gol (di Belotti) è datato 27 febbraio, da allora sono trascorsi 365 minuti complessivi di imbattibilità. Un record per la gestione Sousa, paragonabile alla striscia di Montella (510 minuti senza prendere gol) nella stagione 2013/14, quando i viola finirono quarti. Il ritmo dunque è quello giusto e lo spirito pure. Vedere Borja Valero con la fascia al braccio sbattersi come un mediano qualsiasi, riavvicina la squadra al pubblico. Lo stesso Ilicic con il Bologna si è dato un gran daffare, senza dimenticare Sanchez e i subentrati Babacar e Saponara. Subito al centro della partita e con la voglia di spaccare il mondo. A Genova poi Chiesa potrà giocare senza acido lattico nelle gambe e anche Kalinic sarà della partita. Ce n’è abbastanza allora per immaginarsi una Fiorentina battagliera a Marassi e fino a maggio: sarebbe un bel modo per chiudere una stagione avara di soddisfazioni, che in ogni caso segnerà un taglio netto con il recente passato. Chi sa di andarsene a proposito (Gonzalo per esempio) sta facendo il possibile per prendersi la quinta qualificazione Uefa consecutiva: la Fiorentina avrà i suoi limiti, da si sicuro è una squadra orgogliosa.