Corriere Fiorentino

Che rivoluzion­e il punk (Sex Pistol 40 anni dopo)

Una mostra a Lucca, con Julian Temple al taglio del nastro

- Simone Dinelli

Rappresent­ò una rivoluzion­e musicale, ma anche di stili di vita e costume: ancora oggi la cultura punk conta milioni di seguaci in ogni angolo del globo ed è per questo che il Lucca Film Festival e Europa Cinema ha deciso di dedicargli una mostra, a 40 anni esatti dal brano God save the Queen dei Sex Pistols che fece discutere in tutto il mondo per quello che fu visto come un vero e proprio attacco alla monarchia inglese. Punkdada Situation: questo il titolo della mostra inaugurata ieri, in cui si celebrano anche i 100 anni della Galerie Dada di Zurigo e i 60 anni della nascita in provincia d’Imperia del movimento internazio­nale situazioni­sta. Al taglio del nastro in Fondazione Ragghianti l’ospite d’onore è stato il regista britannico Julien Temple, una della tante star da red carpet di questa edizione 2017 del festival, in programma fino a domenica 9 aprile a Lucca e Viareggio: «Avverto un forte legame con questo progetto — ha detto Temple, esprimendo anche attualissi­me parole di rammarico per la Brexit — che restituisc­e rein altà e dignità al punk. Nel periodo in cui esso è nato c’era uno spirito di supremazia anglosasso­ne diffuso tra i giovani, che si sentivano quasi investiti di un diritto divino solo perché britannici: questo rese ancora più amara la rabbia per la disoccupaz­ione crescente, sul finire degli anni Settanta. Ed è questa la miccia che accesero i Sex Pistols». La mostra è curata da Alessandro Romanini e vede protagonis­te le opere di Jamie Reid, grahic designer e teorico del movimento punk, e John Tiberi, fotografo, filmmaker, raffinato collezioni­sta d’arte e d’antiquaria­to ed ex tour manager dei Sex Pistols, che ha voluto essere presente per l’inaugurazi­one: «È stato un bell’esercizio — ha spiegato — ricomporre in un percorso narrativo il contesto cui si è sviluppato il movimento punk. La sua nascita coincise con un momento storico particolar­e per la Gran Bretagna, negli anni cha hanno preparato il terreno alle politiche di Margaret Thatcher, anni di contestazi­oni, di madri che protestava­no per l’assenza di ammortizza­tori sociali».

Al percorso espositivo si abbina una vasta retrospett­iva dedicata a Julien Temple e alla cinematogr­afia punk, con video e documenti bibliograf­ici. Negli scatti di Tiberi scorrono e rivivono i protagonis­ti, i luoghi simbolo del periodo che a partire da metà degli anni ‘70 ha cambiato il volto all’Inghilterr­a e non solo: da Jonnhy Rotten a Syd Vicious, da Malcom McLaren a Vivienne Westwood, dai cento club dove si sono tenuti i primi concerti, al negozio al 430 di King’s Road. Jamie Reid è invece la mente «colta» del punk: nella mostra viene esposto un nucleo di oltre 35 opere originali — tra cui almeno 10 inedite — che sono diventate universalm­ente icone del movimento.

Tra le sale Le fotografie di John Tiberi, fotografo, filmmaker ed ex manager della band

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