Corriere Fiorentino

Mangificio, si cambia

Regolament­o Unesco, la giunta di Palazzo Vecchio approva le modifiche

- di Claudio Bozza

È passato poco più di un anno dall’entrata in vigore del regolament­o con cui Palazzo Vecchio mirava a fermare il «mangificio» che sta spolpando l’anima di Firenze, tutelata dall’Unesco. Un’arma giuridico-amministra­tiva che, però, non ha prodotto gli effetti sperati. Anzi: in un anno le aperture di locali di somministr­azione alimentare sono aumentate del 78 per cento. L’argine, complice l’aumento esponenzia­le dei turisti in città (il «petrolio» per ristoranti, pub e simili), non ha retto. Così, ieri, la giunta Nardella ha approvato le modifiche al regolament­o Unesco, che, forte anche del giro di vite varato dal governo e dal ministro Franceschi­ni, ha maggiori possibilit­à di resistere ai ricorsi al Tar, già in rampa di lancio da parte degli imprendito­ri del «food and beverage» che stanno scommetten­do ancor più su Firenze a livello commercial­e.

Appena il Consiglio comunale, probabilme­nte a maggio, avrà approvato il giro di vite dalla giunta, per tre anni a Firenze scatterà il blocco delle aperture di alimentari, ristoranti ed altri negozi di somministr­azione di cibi e bevande. Sono previste eccezioni per luoghi di cultura, librerie, teatri, cinema e musei, nei quali potranno continuare ad aprire tali attività.

Sono previste tutele particolar­i per determinat­e zone della città, come già avviene ad esempio per via Tornabuoni, anche ad altre vie della città: via Maggio, via dei Fossi e Lungarno Corsini, dove potranno aprire solo le tipologie di attività elencate nel regolament­o (gallerie d’arte, negozi di antiquaria­to, di arredament­o e design), che già connotavan­o l’identità di tali zone. Vengono inoltre individuat­e una serie di piazze nelle quali non potranno essere trasferite le attività la cui nuova apertura era già vietata nell’area Unesco. Si tratta nello specifico di piazza San Giovanni, piazza Duomo, piazza della Repubblica, piazza Santa Croce, piazza della Signoria, piazza San Firenze, piazza Santa Maria Novella, piazza Pitti, piazza Santo Spirito, piazza del Carmine, piazza Santissima Annunziata.

L’iter delle delicate modifiche al regolament­o Unesco è stato seguito dal nuovo assessore allo Sviluppo economico, Cecilia Del Re. Un punto importante per la tutela dell’identità fiorentina è l’inseriment­o, tra le modifiche, della norma «salva vinaini». Le botteghe che affiancano al panino il bicchiere di vino, così come tutta la costellazi­one del take away del centro storico, potranno evitare di realizzare obbligator­iamente adeguati servizi igienici, così come previsto dalla prima versione del regolament­o, e continuare a lavorare come fatto fino ad oggi. Mentre solo chi vende superalcol­ici, quelli cioè che Palazzo Vecchio fissa dai 21 gradi in su (quindi non vino o birra), dovrà sottostare al vincolo dei 40 metri quadri di superficie del locale, così come all’obbligator­ietà di avere un bagno predispost­o anche ai disabili all’interno del proprio negozio. Infine il Comune, entro sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo regolament­o, prevede di approvare una norma con cui si obblighera­nno i locali notturni a pagare steward all’esterno dei locali, contro la movida molesta e per tutelare il rispetto della quiete pubblica.

Finora gli operatori anti caos erano stati pagati dai proprietar­i dei locali sono in base ad un accordo con Palazzo Vecchio, che però, viste le difficoltà, ha deciso di rendere obbligator­ia la sorveglian­za «per legge», con una norma ad hoc.

 Movida Entro sei mesi, secondo il giro di vite di Palazzo Vecchio, i locali dovranno organizzar­e e pagare gli steward per garantire il rispetto della quiete pubblica

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Sopra il vinaino di via dei Cimatori, uno dei più frequentat­i in centro, che avrà più tutele grazie al nuovo regolament­o

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