Calcio e sospetti
Capuani, l’uomo dello 0-12 passato da Poggibonsi
«Nobile, di nome ma non di fatto». È uno dei passaggi di un comunicato del novembre scorso dei tifosi del Poggibonsi che se la prendono con Nobile Capuani. Allora dg da nemmeno 4 mesi dei Leoni giallorossi, lasciati pochi giorni dopo per la pressione degli ultras («Non lo vogliamo più vedere») e per diventare presidente dell’Eldense, squadra spagnola di terza divisione finita ora sui giornali di mezza Europa per il 12-0 subito sabato scorso contro il Barcellona B. E soprattutto per ciò che ne è conseguito: la dirigenza ha sospeso le attività sportive, invitato la magistratura ad indagare sulle scommesse e chiesto di rompere il contratto con il gruppo di investitori italiani.
Di cui Capuani è il rappresentante. Ieri è stato fermato dalla polizia — assieme all’allenatore Filippo Vito Di Pierro — e secondo gli inquirenti potrebbe esserci l’ombra della ‘ndrangheta dietro questa storia. In cui entra un personaggio che al di là del quadrimestre alla guida del Poggibonsi aveva già lasciato traccia di sé in Toscana. Il suo nome spunta nelle cordate che hanno cercato di rilevare il Siena dopo il fallimento dell’estate 2014. Passate due settimane, lo ritrovi (insieme al controverso Ermanno Pieroni) nell’organigramma I giocatori dell’Eldense si disperano dopo il 12-0 subito dal Barcellona B Sopra, Nobile Capuani della società che aveva comprato il Grosseto da Piero Camilli. Una cessione durata lo spazio di un week-end, quello di Ferragosto. Poi il vecchio patron biancorosso ci ripensò: «Come primo acquisto hanno preso il figlio di Ceniccola». Ovvero uno dei rappresentati della cordata, ex guardalinee di serie A, che ripiegò su Savona beccandosi 6 mesi di squalifica per omessa denuncia riguardo alla combine che costò la promozione in B al Teramo. Capuani in Maremma doveva fare il responsabile del settore giovanile, ruolo già ricoperto a L’Aquila. Anzi, ne era «Presidente», di fatto una gestione parallela, in appalto.
E che gli è costata una inibizione di 12 mesi per l’organizzazione nel 2014 «di un provino per giovani calciatori — si legge nel deferimento — degli anni 1997/1998/1999/2000 per il tramite della ASD Striker Academy, gruppo di scouting e formazione calcistica, non autorizzato dalla Figc». Di fatto accusato di «vendere provini». Un po’ come a Poggibonsi le male lingue dicono raccogliesse «calciatori con lo zainetto», ovvero che pagano per giocare.
Di certo le valigie in mano le ha sempre questo dirigente marchigiano di San Benedetto del Tronto, la cui traiettoria è in perenne movimento. Prima di arrivare nell’estate passata al Poggibonsi, era già stato in Spagna al Jumilla, altra squadra di Segunda B che Capuani aveva comprato e, secondo la sua versione, gli era stata soffiata in maniera misteriosa. Da Poggibonsi se ne è andato a dicembre, con la squadra ultima e la società allo sbando. Eppure, salvata la serie D in extremis subentrando all’ex patron Antonello Pianigiani, si era presentato tra mille proclami e prendendo un allenatore top per la categoria come Giacomarro. Che però fiutando qualcosa di strano tolse il disturbo ancor prima che iniziasse il campionato.