Carlo chiude da fiorentino: ora un nuovo Rinascimento
Il principe e Camilla sono partiti per Roma. Le parole in italiano a Palazzo Vecchio
Sono stati al British e a passeggio in città. Sono stati all’Opificio e a Palazzo Pitti, a Sant’Ambrogio e al Teatro del Sale, Carlo e Camilla in questi quattro giorni a Firenze. Ma il momento che ha riassunto il senso del viaggio è stato quello in cui Carlo ha preso la parola a Palazzo Vecchio per parlare agli ospiti della Palazzo Strozzi Foundation Usa. Un intervento — l’unico pronunciato in pubblico in tutto il tour europeo — cortese, colto, e soprattutto politico che ha parlato di Brexit senza citarla: «Anche se il nostro rapporto è profondamente radicato nella nostra storia comune — ha detto il principe — oggi, sono lieto di dire che è ancora più saldo che mai. La partnership tra il Regno Unito e l’Italia porta enormi vantaggi alle nostre economie e società».
Ringraziando per il «Palazzo Strozzi Renaissance Man of the Year Award 2016» conferitogli da Mario Calvo Platero della Palazzo Strozzi Foundation Usa ha detto: «Quando ho saputo che volevano darmi questo premio ho consultato l’Oxford English Dictionary per scoprire cosa significa uomo del Rinascimento. Ho letto che è una persona con molti talenti e molti interessi nel campo delle Scienze Umane. Nel mio caso temo di avere più interessi che talenti». Come dire, una lezione di stile. Non basta: ha reso omaggio a Firenze ricordando i tanti precedenti della famiglia sua e di Camilla in città. Uno per tutti quando, arrivate a Firenze, sua nonna e la nonna di Camilla e hanno visitato Uffizi e Palazzo Pitti: «Portavano anche noi nipoti ma facendoci vedere non più di due dipinti per volta per non diminuire il nostro entusiasmo di bambini» (anche qui ci sarebbe da imparare). La parte più densa del discorso è stata quella sui valori veicolati dal Rinascimento. Un omaggio al neoplatonismo di Marsilio Ficino «che chiamerei persino il padre del Rinascimento»: professava l’armonia tra uomo e natura, e ricorda anche oggi che è quella stessa natura la nostra magistra, «e che di essa noi siamo solo una manifestazione e una parte» ha detto prima di augurarsi «un nuovo Rinascimento» congedandosi in italiano.
Se questa è l’impronta che Carlo ha voluto lasciare in città prima di partire ieri alla volta di Roma dove ha incontrato anche il Papa , quanto a Camilla, c’è un momento in cui, forse in modo più evidente ha dato prova di attenzione. Ed è stato quello all’Associazione Progetto Arcobaleno a parlare con le donne vittime di tratta, con gli stranieri che qui imparano a parlare italiano, con i legali che offrono loro assistenza gratuita. Ecco Camilla avrà incontrato almeno trenta persone, forse di più. E ha chiesto qualcosa ad ognuno. Non sembrava formale, per quanto possibile. L’abbiamo vista solo con gli studenti e i legali, ma Cristina Baldi, che l’ha accompagnata durante il colloquio a porte chiuse con le donne vittime della tratta, ha raccontato: «All’inizio le ragazze erano un po’ imbarazzate. Lei ha chiesto loro di raccontare cosa fanno qui all’associazione, i loro incontri con gli psicologi, i loro tirocini per prepararsi a trovare lavoro. Solo dopo che le ha viste più rilassate gli ha chiesto qualcosa di prima, del viaggio, delle difficoltà e anche delle loro famiglie».
Il ricordo Le nostre nonne, da piccoli, ci portarono agli Uffizi, ma ci facevano vedere 2 quadri per volta