«Il 5 per mille alla Badia di Settimo» Sesto
Scandicci, l’appello del parroco ai cittadini: donate. Natali: dovrebbe comprarla lo Stato
Gli amici dell’abbazia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo chiedono l’aiuto dei fiorentini per salvarla. «Contribuisci alla salvezza di questo patrimonio, donando il 5 per mille, aiutaci a ricomprarla!». L’appello che compare sul sito dell’Opera della Badia di Settimo è stato rilanciato domenica scorsa dal parroco Don Carlo Maurizi, durante l’evento «Per salvare l’Abbazia che creò Firenze», tra le visite guidate, il concerto al piano di Gregorio Nardi e la presentazione di un’opera inedita di Nano Campeggi. E ha trovato subito il plauso dello storico dell’arte Antonio Natali: «Sostengo l’appello. I fiorentini si facciano promotori della Badia, che è un gioiello. Lo Stato dovrebbe acquistarla, i governi hanno fatto promesse e appelli ma finora sono rimaste solo parole». E ancora: «Dell’Italia a giusta ragione si dice che sia un museo diffuso. Dirlo è facile, rendersene conto e adoperarsi perché non declini è invece a tal segno difficile da far sembrare ormai impossibile la sua stessa salvaguardia». L’obiettivo è quello di riunificare il complesso monastico, diviso da secoli, comprando e restaurando la parte privata che sta cadendo a pezzi. «Lo Stato dovrebbe comprare la Badia», dice Natali. «L’impresa dovrà contare su ben altri impegni finanziari, intanto però si cominci con i volenterosi», esorta. Se l’intervento del governo sembra l’unica strada percorribile, visti i costi, l’idea del 5x1000 e quindi del coinvolgimento dei cittadini comunque piace. Per Cristina Acidini, già sovrintendente al Polo Museale fiorentino, «una campagna di sensibilizzazione capillare» sembra «un’ottima iniziativa». Il complesso, spiega, «è bellissimo e importante, riunirlo sarebbe una magia e darebbe una prospettiva di rilancio a tutta l’area». Per Sergio Givone, filosofo, professore emerito dell’Università di Firenze, «è una buona cosa coinvolgere i fiorentini, perché questi sono luoghi dei fiorentini. Da noi invece si tende a rimandare tutto allo Stato».
Raggiungere i soldi necessari per riunificare il monastero — sul quale è in cantiere un progetto, caldeggiato dal Comune, per realizzare la foresteria della vicina Scuola Superiore di Magistratura di Castelpulci — sembra difficile, ma i fondi raccolti serviranno intanto per fare alcuni interventi di manutenzione nella parte pubblica che risente del degrado di quella privata, confinante: saranno usati per staccare e restaurare la tavola intitolata il Mistero del Male e consolidare il tetto della biblioteca.
«Siamo di fronte a un malato grave e prima possibile dobbiamo mandarlo in rianimazione», spiegano i volontari dell’Opera della Badia. Anche Italia Nostra ha lanciato una petizione da presentare in Camera e Senato perché lo Stato compri e restauri l’abbazia.