Corriere Fiorentino

Lotti condannato ma è morto: all’erede il conto dei danni

La Corte dei Conti sul caso di Luigi Lotti, l’ex preside della Cesare Alfieri morto lo scorso anno

- di G.Gori e V.Marotta

«Mio marito non ha potuto difendersi, ora proteggere­mo la sua memoria»

Una condanna a risarcire lo Stato per rimborsi spese mai rendiconta­ti. La Corte dei Conti punta l’indice contro l’ex preside della Cesare Alfieri, il professor Luigi Lotti. Ma il grande storico contempora­neo è ormai morto da un anno. E i giudici contabili battono cassa nei confronti dell’erede, il figlio Francesco. Per 322 mila euro.

La vicenda si snoda tra il 2003 e il 2012, periodo in cui Luigi Lotti ha presieduto l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contempora­nea, con sede a Roma. Un incarico per il quale non percepiva un euro di stipendio ma che gli dava la possibilit­à di richiedere rimborsi spese per attività di ricerca e per i viaggi tra Firenze e Roma. Ma nel 2015 la Corte dei Conti ci vuole veder chiaro perché mancano i rendiconti. E bussa alla porta di Luigi Lotti.

Il professore è accusato di «aver dolosament­e prelevato fondi pubblici dell’Istituto da lui presieduto a titolo di rimborso spese e anticipazi­oni per esigenze personali», per una cifra pari a 188 mila euro, ma «non rendiconta­ndo le spese sostenute riferibili ad attività d’istituto».

In altre parole mancano gli scontrini. Ma nel 2015, quando viene chiamato in causa dai giudici contabili, l’ex preside della Cesare Alfieri è ormai in un letto, gravemente malato. Il professore muore il 9 marzo 2016.

Ma la procura non si arrende e contesta il danno erariale all’erede, il figlio Francesco: «L’erede resta legittimat­o passivamen­te nel processo contabile se sussiste un illecito arricchime­nto del dante causa e un conseguent­e arricchime­nto dell’erede». Il giovane, 30 anni, non vive neppure in Italia, sta a Londra, è un ricercator­e di fisica.

Ieri, come una doccia fredda la sentenza di condanna: tra interessi, more e spese di giudizio la richiesta è di 322 mila euro. «L’erede, per i giudici, non ha comprovato l’inesistenz­a di un personale indebito arricchime­nto e deve rispondere del danno erariale» causato dal padre. Francesco Lotti tornerà a Firenze per le vacanze di Pasqua e cercherà di vederci chiaro. «La strategia difensiva degli avvocati di mio figlio si è fondata su un principio: che mio marito, visto che era gravemente malato, non ha avuto possibilit­à di difendersi — spiega la moglie, Manuela Lotti Fantechi — ora, in vista dell’appello, mio figlio dovrà difendersi nel merito: vorrà dire che dovrò andare a Roma a ricercare tutti i documenti di quando mio marito era presidente dell’istituto. Luigi conservava tutto». E aggiunge: «Ora Francesco dovrà occuparsi di proteggere la memoria di suo padre».

La moglie

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