Corriere Fiorentino

Chirurgia estetica? No, acqua al posto del botulino

Indagine sulla contraffaz­ione di medicinali. Tutto è partito dalle proteste di alcune pazienti

- Valentina Marotta

«Questo botulino non funziona». Dopo le proteste della attempate signore che speravano di ringiovani­re grazie alle «punturine» della miracolosa tossina, il medico estetico ha contattato la ditta italiana che commercial­izza il farmaco prodotto da una società inglese. E così ha scoperto che il numero di lotto stampato sulla confezione del farmaco era sconosciut­o. È partita così l’ultima inchiesta dei carabinier­i del Nas: dalla denuncia di un medico di Pistoia. Il fascicolo è poi finito per competenza territoria­le alla Procura di Firenze e il pm Giuseppina Mione ha ipotizmero­si zato il reato di associazio­ne per delinquere finalizzat­a alla contraffaz­ione di medicinali a base di tossina botulinica «A», principio usato in medicina estetica.

Nel mirino degli investigat­ori è finito il commercio di un farmaco, prodotto da una ditta inglese, che in Italia può essere prescritto solo per gravi patologie e non in ambito estetico. C’è un’unica società italiana autorizzat­a a commercial­izzarlo. Ma c’è il sospetto che il farmaco, destinato al mercato turco e privo di autorizzaz­ione all’immissione in commercio nel nostro Paese, sia stato ceduto a nu- medici toscani. L’inchiesta coinvolge dodici persone, tra cui un imprendito­re di Vinci, che era in contatto con la titolare di una farmacia in Grecia, sposata con un cittadino italiano. Sarebbe proprio il marito della farmacista greca, secondo la Procura, a far arrivare in Italia i farmaci destinati al mercato turco.

Nei giorni scorsi i carabinier­i del nucleo antisofist­icazioni dell’Arma hanno perquisito una farmacia a Firenze perché era emerso che un anno fa l’imprendito­re di Vinci si era rifornito di un grosso quantitati­vo di farmaci ma non è stata trovata alcuna documentaz­ione che comprovi il trasferime­nto transnazio­nale. I militari hanno sequestrat­o numerose confezioni del medicinale a Napoli e in Toscana. Diverse ampolle sono state già esaminate dall’Istituto nazionale di sanità e i primi esami hanno escluso l’assenza di tossina botulinica.

È possibile quindi che su alcune pazienti sia stata iniettata acqua al posto del botulino, all’insaputa degli stessi medici che per questo non sono indagati. Toccherà sempre all’Istituto nazionale di sanità esaminare tutti i reperti dei farmaci per verificare composizio­ne, natura e principio attivo. E soprattutt­o bisognerà capire se si tratti di sostanze pericolose per la salute.

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