Lucca, il capo dei vigili accusato di molestie sessuali
La Procura chiede il rinvio a giudizio. E il Comune lo rimuove dall’incarico, trasferendolo
Finito sotto accusa per aver usato l’auto di servizio a fini personali, ottenne di fare lavori socialmente utili per estinguere il reato
Stefano Carmignani non è più il comandante del Corpo di polizia municipale di Lucca. A rimuoverlo dall’incarico, con una improvvisa decisione resa nota nella giornata di ieri, è stato il sindaco Alessandro Tambellini. All’origine di questa scelta c’è una richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura nei confronti dello stesso Carmignani. L’accusa è molestie sessuali nei confronti di una vigilessa del comando.
È stata la stessa Procura, guidata da Pietro Suchan, a informare il Comune della richiesta di rinvio a giudizio e così il sindaco ha deciso il trasferimento cautelare del comandante. Il sindaco Tambellini ha voluto mantenere per il momento il massimo riserbo sul caso, scegliendo di non rilasciare alcuna dichiarazione.
«Con l’atto di revoca — scrive il Comune — l’amministrazione, pur confidando nell’accertamento della verità giudiziaria, ha inteso andare a ricostruire un clima di serenità all’interno dell’ambiente. Infatti nelle ultime ore sono emersi elementi che attengono ad alcuni rapporti interni al comando di piazzale San Donato e che costituiscono un significativo aggravamento della posizione di Carmignani». L’ormai ex comandante della municipale è stato trasferito in un altro ufficio e sostituito da Maurizio Prina, fino ad ora dirigente municipale con deleghe a servizi alle imprese, attività edilizia, istruzione, Urp, programmazione e controlli. La notizia della richiesta di rinvio a giudizio arriva a poche settimane dalla conclusione di un’altra vicenda giudiziaria che aveva visto coinvolto Carmignani, indagato nel febbraio del 2016 per peculato d’uso e falso ideologico: secondo l’accusa, l’ex comandante dei vigili avrebbe usato auto di servizio al di fuori dell’orario di lavoro e per questioni personali.
Caso, questo, chiuso all’inizio di febbraio di quest’anno davanti al il gip Riccardo Nerucci che ha accolto la richiesta dei legali del dirigente, gli avvocati Enrico Marzaduri e Gioia Crippa, della messa in prova, obbligando l’ex comandante a svolgere lavori socialmente utili alla Misericordia di Lucca in cambio dell’estinzione del reato.
Già nella bufera