G7, la vigilia di Lucca internazionale a metà
Da domani città blindata per il G7 degli Esteri. Tambellini: occasione importante, ma c’è chi fa solo polemica
Da domani e per due giorni Lucca sarà al centro del mondo e si prepara ad accogliere i ministri degli esteri dei Grandi tra zone rosse e qualche polemica (albergatori e commercianti in primis) che il sindaco Tambellini rispedisce al mittente: «C’è chi vuole essere internazionale, ma quando la città lo diventa si lamenta».
LUCCA Per due giorni Lucca diventa capitale mondiale. Ma ospitare il G7 degli esteri significa pure finire nell’alert system di Booking.com, che avverte gli utenti dell’arrivo dei ministri in Toscana, domani e martedì. «E in tanti hanno disdetto. Il 70% delle prenotazioni dei weekend arrivano da lì», ammette il presidente degli albergatori di Confcommercio Lucca, Pietro Bonino, che rinvia il bilancio: «Capiremo come è andata martedì». Se il mondo si interroga su cosa succederà al G7, dopo l’escalation della crisi siriana, Lucca si domanda cosa porteranno alla città questi incontri blindati. Unica eccezione: lunedì sera, un tour in centro delle delegazioni. «C’è chi vuole essere internazionale ma quando la città lo diventa si lamenta. Chi vuole i turisti ma ha in uggia quando sono troppi», sbotta il sindaco Alessandro Tambellini entrando di corsa nel suo ufficio. O meglio ex ufficio: fuori tutto, compreso il tavolo della Sala degli Specchi, domani sera c’è la cena di gala. «Mi raccomando, occhio all’impianto elettrico, che se salta la luce durante la cena succede un casino» scherza, ma mica tanto, con i tecnici. Lucca, che è stata scelta al posto di Siena soprattutto grazie all’impegno del senatore Pd Andrea Marcucci, ospiterà il G7 in più sedi. Il palazzo comunale, ma anche Palazzo Ducale: «Questo evento porterà la città nel mondo: pensate a quanto costerebbe, veicolare una immagine così. E ci ha pure consentito un restauro», insiste il sindaco. Cioè 300 mila euro, 200 mila arrivano dalla Fondazione Cr Lucca, per Palazzo Ducale, dove si sente un forte odore di vernice fresca.
A una finestra stanno esponendo la bandiera del Giappone: chi la installa è preoccupato, è troppo grande, il telo si arriccia. Ci riproverà in serata. Se non fosse per la bandiera, si farebbe fatica a capire che stanno per arrivare i ministri degli esteri del G7, compreso il segretario di Stato Usa Rex Tillerson, alla sua prima uscita dopo il bombardamento della base siriana da cui sarebbero partiti gli aerei che hanno causato la carneficina chimica a Khan Sheikhun.
Intorno alle mura, solo a Porta San Jacopo si trova un posto di blocco. In centro, un’auto dei carabinieri fa sloggiare un questuante in via Fillungo: «Oh, ma te ne vuoi andà?». Diverso sarà da stamani, con centinaia di agenti, anche in borghese, cecchini, droni e scanner contro i cyberattacchi. Con tutta via Bacchettoni libera per i mezzi di servizio delle tv. Alla stazione, ci saranno le camionette per la manifestazione di domani pomeriggio degli antagonisti, ancora in tira e molla sul percorso. Duecento giornalisti accreditati compenseranno, in parte, le prenotazioni perse. Ma le delegazioni dormiranno tutte in Versilia. Altra polemica cittadina. «I nostri alberghi sono piccoli e brutti», è il refrain. Brutti no, piccoli sì: ma non è quello il problema. L’intelligence li ha esclusi perché sono in strade strette, con palazzi di fronte, un cecchino potrebbe sfruttare la situazione: per usare gli alberghi andavano sgomberate le abitazioni e i locali davanti, spiega Tambellini. Allora sì, sai che polemiche. La città resta divisa: fisicamente. C’è la zona bianca, non toccata da divieti e prescrizioni se non quello di accesso alle auto. E le altre tre dove non si può entrare in auto, parcheggiare: i residenti possono arrivare a piedi solo nella propria e non nelle altre. E anche se non è stata mai usata la parola «zona rossa», ma verde, gialla e blu, poco cambia. «Tanti esercizi nelle zone con limitazioni chiuderanno» spiega il presidente di Confcommercio Ademaro Cordoni. «La cosa che scoccia è che in tanti ci chiamano e non diamo più informazioni turistiche», prosegue Bonino. In città, da giorni i due punti informativi allestiti dal Comune smistano cartine, danno spiegazioni, subiscono le lamentele dei residenti. «Mamma come sono agitati», racconta una vigilessa. Ma se in via Fillungo (zona bianca) una tabaccaia ammette che chiuderà «più per motivi personali», in piazza del Giglio, (zona blu, vera zona rossa) Simona Barsotti resta aperta: «Tengo alta la bandiera. Ci han detto che era una opportunità, la prendiamo. Però gli animi sono pesi: questa è la settimana di Pasqua». «Qui mica siamo a Firenze, dove i turisti ci sono sempre» ammette Cordoni. In piazza San Francesco (altra zona rossa), il bar Marameo manco ci pensa a chiudere.
Le polemiche non sono solo a Lucca. Il sindaco di Pietrasanta, Mallegni, ha deciso di cancellare i provvedimenti al traffico decisi dalla Questura. E anche se lascia perplessi pensare che qui si litighi tra vigili e poliziotti mentre a Palazzo Ducale sulla Siria, i lucchesi che non vedranno nulla o quasi di questo vertice, hanno già avuto la possibilità di capire cosa è successo in Siria, grazie al film The other side of hope di Kaurismaki, storia di un siriano fuggito in Finlandia, anteprima per il Lucca Film Festival. C’era pure Oliver Stone, in questi giorni a Lucca. Insomma, un po’ internazionale lo era già.
Tanti turisti hanno disdetto le prenotazioni, ed è il week end prima di Pasqua. Comunque faremo un bilancio solo martedì sera Questo evento porterà la città nel mondo, pensiamo a quanto costerebbe veicolare un’immagine così Una grande opportunità