Rignano, lo strappo sindaco-Pd Divisi alle urne? L’ombra di Sesto
Effetto Consip: Lorenzini verso una lista civica, Renzi senior chiama l’ex Pci che guidò il Comune nel ‘75
«Sono fuori dal partito, non mi ricandido. Addio», sbotta a tarda notte il sindaco uscente Daniele Lorenzini. E a ruota: «Dovremo trovare un nuovo candidato sindaco», dice Antonio Ermini, che fa le veci di segretario reggente dopo che Tiziano Renzi era stato travolto dal caso Consip. È così, al termine di una burrascosa riunione di partito, che Rignano si ritrova all’anno zero, con il centrosinistra in frantumi ed il serio rischio di consegnare il paesino del valdarno ad una lista civica di centrodestra, visto che l’11 giugno si voterà.
Già, perché adesso nel feudo del renzismo primigenio, per evitare un crollo politico che avrebbe eco nazionale, per tentare di vincere il Pd è costretto a rinnegare il principio cardine della rottamazione. Il motivo? Il nuovo candidato sindaco, a meno di colpi di scena, sarà Giampaolo Maremmi, già sindaco di Rignano nel 1975. E non per un partito qualunque, bensì per il Pci, quando Tiziano Renzi era sì della sinistra Dc, ma comunque ai tempi in cui i democristiani (e viceversa) cambiavano marciapiede quando incrociavano un comunista. Maremmi, che gestisce un negozio di ottica in viale Europa a Firenze, ha 72 anni: «Abito a Rignano da sempre, amo il mio paese e pure il Pd. Mi spiace che ci si trovi in questa situazione, mi prendo qualche ora di tempo per decidere», racconta. Ma è difficile che il suo sia un no, specie dopo che Tiziano Renzi ed il resto del partito gli hanno chiesto la disponibilità a candidarsi.
Lorenzini, sindaco Io sono una persona seria Mi hanno proposto condizioni inaccettabili Che farò? Continuerò a lavorare per questa comunità
Lo strappo è un vero colpo di scena, specie in una piccola realtà come Rignano, dove le ripercussioni del caso Consip hanno fatto saltare anche sodalizi e amicizie di lunga data. Come appunto quella tra Renzi senior e Lorenzini, che oltre ad essere stato sindaco negli ultimi 5 anni era da sempre amico della famiglia dell’ex presidente del Consiglio, oltre ad esserne il medico curante. Il rapporto tra sindaco e segretario (autosospeso) si era rotto durante la bufera Consip, quando Lorenzini attaccò duramente il Pd, dicendo che si sarebbe voluto ricandidare con una lista civica sì di sinistra, ma senza il simbolo del Partito democratico. E c’è altro: a tranciare i rapporti ci si è messa poi un’intervista di Lorenzini a La Verità, in cui raccontò che durante una cena a casa di Renzi senior, il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, indagato per fuga di notizie nell’ambito dell’inchiesta Consip, avrebbe messo in guardia Tiziano dal vedere «certa gente». Che poi è la stessa sostanza di quanto dichiarato dallo stesso Lorenzini, sentito come testimone dagli inquirenti nell’ambito delle indagini Consip, mettendo ancora più in difficoltà il padre dell’ex premier.
Così all’assemblea del Pd a Rignano, quando i toni sembravano far pensare ad una ricucitura politica, si consuma l’addio. Con Tiziano Renzi in prima fila a ripetere che «il Pd è una grande comunità e vergognarsene è inaccettabile», i vertici del Pd pongono tre condizioni a Lorenzini per ricandidarsi a giugno: «Recuperare la fiducia dell’organismo, accettare le candidature del partito e presentarsi, ovviamente, con il simbolo del Pd». Cioè quel simbolo di cui Lorenzini voleva fare a meno per ricandidarsi con una lista civica, e di qui l’attacco di Renzi senior.
«Io non sono uno che vocia, sono una persona seria», dice pacato il sindaco Lorenzini dal suo ufficio nel municipio lungo la ferrovia. E poi: «Mi hanno posto delle condizioni, ma sono inaccettabili. Che farò adesso? Innanzitutto continuerò ad amministrare il mio paese: ora vado a fare un sopralluogo in un cantiere e poi vado a fare ambulatorio come quasi tutti i giorni». Già, perché la forza di Lorenzini non è solo il Pd, ma anche la sua professione di medico: i suoi pazienti (che significano tanti voti) sono più di mezzo paese. In tanti lo amano, così come una signora che entra nel suo studio: «A Daniele hanno fatto una carognata. Ora si vedrà ‘icché faranno quelli del Pd. Io più di tutti credo nel mio dottore».
Ma più che altro si dovrà vedere cosa farà Lorenzini: molto probabilmente si candiderà con una lista civica. L’ufficialità dovrebbe arrivare oggi, durante una conferenza stampa al bar Feroci. E se sarà così, il rischio di una «Sesto fiorentino bis», dove il Pd ha perso clamorosamente la città, diventerebbe concreto. Perché Rignano è sotto i 15 mila abitanti: niente ballottaggio. Si vince e si perde anche per un voto. E il dottore, di voti, potrebbe averne tanti.
Maremmi, ex sindaco Vivo qui da sempre, amo la mia cittadina e anche il partito Mi dispiace soltanto che si trovi in questa situazione