Corriere Fiorentino

«La vita non si può spegnere con un semplice clic È la solitudine il vero male»

- M.B.

 Provo compassion­e per questo uomo andato in Svizzera e amarezza per la resa Ma la risposta di fronte al dolore è la condivisio­ne di un percorso, l’amore

Padre Bernardo Gianni, c’è un nuovo caso di una persona che va all’estero per farsi fare l’eutanasia.

«Fermo restando la profonda compassion­e ed il dolore per chi vive questa insostenib­ilità della malattia, il rispetto, la posizione della Chiesa è nota. Ed è di distanza da queste risoluzion­i. Il dono della vita nella prospettiv­a della fede è mistero. E in questi giorni pasquali la Croce rende più evidente che i limiti, la sofferenza, il dolore sono uniti all’accoglienz­a e all’amore. Provo amarezza per questa sorte di resa da parte dell’uomo che è andato in Svizzera».

In che senso la vita è un mistero?

«Come comunità di San Miniato al Monte stiamo appunto riflettend­o sulla Via Crucis di Mario Luzi del 1999 ed il poeta sottolinea l’umanità profonda di Gesù, con il Cristo stesso tentato dal sentire la solitudine nel dolore, nella morte, nel momento del distacco, fino a gridare “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbondato?”. Ma la Croce ci dice che anche nei momenti più duri c’è amore, c’è speranza».

Cosa pensano i fedeli dei problemi legati al fine vita, all’eutanasia?

«Si interrogan­o, come tutti, come è giusto. E lo fanno lontani da posizioni ideologich­e. Non c’è nessuna “difesa” del dolore come semplicist­icamente ci viene attribuito, anzi il Catechismo è contro l’accaniment­o

terapeutic­o. La risposta è nell’amore, nella condivisio­ne di un percorso, anche per i non credenti, che vada oltre l’idea meccanicis­tica della vita: che sottragga alla solitudine. Noi poi come Chiesa fiorentina abbiamo la singolare esperienza di un nostro sacerdote malato di Sla che si affida al Signore, che ci racconta una sofferenza diversa».

A suo giudizio, la politica come si muove?

«Serve prudenza, anche nel linguaggio; una crescita culturale. Non vanno radicalizz­ate le posizioni a deperiment­o della consapevol­ezza del valore della vita anche quando non è perfetta».

Per dj Fabo è stato accolto il desiderio della madre di una veglia di preghiera in chiesa: la Chiesa di Papa Francesco ha un atteggiame­nto diverso rispetto al passato?

«La veglia mostra bene il dovere cristiano di avvicinars­i al dolore. Il magistero della Chiesa non cambia, Papa Francesco non lo muta di una virgola, e la Chiesa difende la vita e vuole sottrarre il congedo dalla vita a leggi che sollevino le persone dalla consapevol­ezza che è un dono e non un semplice fenomeno biologico che si può interrompe­re con un clic, in base a discutibil­i criteri. Francesco certo ci chiede prassi inedite e coraggiose di prossimità a tutte le periferie anche esistenzia­li».

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