Torna il corteo del 25 Aprile E Santo Spirito alza la guardia
Negozi chiusi o coi vigilantes dopo il blitz antagonista dell’anno scorso. Ma l’Anpi rassicura
Mariela, la vinaia di Borgo Tegolaio, ha già detto a tutti i suoi clienti che «il 25 Aprile, giorno della Liberazione, resterò chiusa. Meglio rinunciare agli incassi che farsi svaligiare il negozio». Bibo, che insieme ad altri soci gestisce due ristoranti e un bar in piazza Santo Spirito (Tamerò, Borgo Antico e Volume), invece, ancora non ha deciso: «Ci stiamo pensando — dice — ma credo sia meglio rimanere chiusi che dover fare, il giorno dopo, la lista dei danni».
E c’è anche chi, come il priore di Santo Spirito, padre Giuseppe Pagano, avverte che «Se quel giorno le cose dovessero mettersi male sbarrerò gli ingressi della basilica e del Chiostro dei Morti». In Oltrarno nessuno sembra aver dimenticato i danni causati lo scorso anno da un gruppo di anarchici che a margine della festa di Liberazione, organizzata in piazza Santo Spirito dall’Anpi, misero a ferro e fuoco un intero rione. Il programma, già visibile da qualche giorno sul sito dell’associazione partigiani, prevede, dalle 15, interventi, contro-informazione, musica, cibo e bevande a prezzi popolari, per poi finire a notte fonda con i concerti di Esercito Ribelle e Ivanoska. Ma a far paura è ciò che potrebbe accadere dopo il corteo antifascista delle 17, per il quale sono attese migliaia di persone da tutta la Toscana, tra cui anche gli antagonisti. Proprio questi ultimi, nell’aprile di un anno fa, imbrattarono tutte le mura dell’Oltrarno con una lunga sequenza di offese e minacce alle forze dell’ordine, ai preti, a tutti («Libero di pisciare», «Sbirro buono, sbirro morto», «Voi riqualificate e noi facciamo degrado», tanto per citarne alcune).
E guai a opporsi: «Io, solo per aver chiesto rispetto, visto che stavano scrivendo frasi ingiuriose, mi sono beccato di fascista... e stavano anche per picchiarmi», ricorda David Boldrini, organizzatore di eventi nella chiesa sconsacrata di via Santa Monaca. Proprio lui, quest’anno, per evitare di dover assistere alle stesse scene di violenza, chiede aiuto ai calcianti Bianchi di Santo Spirito: «Tutelateci voi, aiutateci a tenere a bada questi scellerati e a preservare l’Oltrarno». Ma David ha deciso anche di istallare un paio di telecamere così da «immortalare», nel caso, le prodezze degli antagonisti per poi girare le immagini alla polizia e al suo avvocato. Mentre Daniele, il responsabile del Conad di via Santa Monaca, ha chiesto alla sua azienda che davanti al negozio ci siano dei vigilantes. Ma ci sono poi i residenti di via Sant’Agostino, via delle Caldaie, via della Chiesa, piazza del Carmine, piazza Piattellina e via dei Leoni, che si appellano a questore e prefetto: «Per il giorno della Liberazione mandate in questo quartiere più uomini e mezzi».
Il presidente dell’Anpi Oltrarno, Alessandro Pini, prova a rassicurare tutti e a gettare acqua sul fuoco della polemica: «Quelle scritte erano state vergate dopo il corteo — racconta — da persone che con noi non c’entrano nulla e che provenivano da piazza Tasso. Quest’anno abbiamo preso tutte le precauzioni perché quanto accaduto nel 2016 per noi è controproducente: i compagni garantiranno un servizio d’ordine più efficace degli anni precedenti e staranno anche in fondo alla sfilata per evitare che qualcuno possa imbrattare i muri. Avremo un’attenzione particolare perché la democrazia ci impone anche una disciplina morale».