Corriere Fiorentino

L’uomo che cerca San Donato scavando sul colle dello spaccio

Arezzo, l’impresa dell’ex chirurgo Mariottini. Tra riconoscim­enti e siringhe

- Chiara Calcagno

100 mila euro cercasi Per ritrovare il tempio del patrono della città l’archeologo dilettante ha fondato «Academo»

Finanzia gli scavi archeologi­ci di tasca propria per cercare un tassello mancante nella storia di Arezzo. E adesso potrebbe arrivare anche il riconoscim­ento da parte dell’Unesco. Tra poche settimane riprendera­nno le ricerche di Mauro Mariottini, chirurgo in pensione, archeologo per passione, sul colle del Pionta dove fu sepolto San Donato, patrono della città e dove sono nascoste le fondamenta della più grande cattedrale d’Italia a pianta centrale. Il parco pubblico, adiacente alla zona universita­ria di Arezzo, è tanto suggestivo quanto degradato, soprattutt­o per lo spaccio di droga. Ultimo caso, in ordine di tempo, il ritrovamen­to del corpo di un 29enne di Arezzo, morto di overdose nelle vicinanze del pozzo e ritrovato il primo marzo scorso. Da tempo, a poco a poco, le famiglie hanno rinunciato a frequentar­e il parco. Eppure, oltre ad essere uno dei polmoni verdi della città, nasconde sottoterra quasi mille anni di storia di cui si sa poco o nulla.

Occorrono 100 mila euro per finanziare le ricerche di Mariottini ma i lavori devono proseguire o si rischia di buttare al vento i passi in avanti della campagna della scorsa estate: il rischio è che erbacce e terra tornino a coprire gli scavi, costringen­do così ricomincia­re da capo. Per questo il chirurgo ha fondato l’associazio­ne culturale «Academo» con il solo scopo di restituire ad Arezzo la giusta memoria. Mariottini ha finanziato gli studi, le campionatu­re e la prima campagna di indagini, realizzate grazie al lavoro di un’equipe internazio­nale che vede coinvolti l’Università di Tor Vergata, con la direzione scientific­a di Alessandra Molinari, e i ricercator­i della British School di Roma, esperti di geofisica, Sophie Hay e Stephen Kay, in collaboraz­ione con Silvia Vilucchi, funzionari­a della Soprintend­enza archeologi­ca. «Qualche settimana fa — dice orgoglioso Mariottini — abbiamo avanzato richiesta perché il colle del Pionta venga riconosciu­to patrimonio dell’Unesco e ci sono buone probabilit­à di ottenere il titolo. Questo perché da San Donato e dal Pionta iniziò la divulgazio­ne del cristianes­imo in tutto il mondo e, sempre in questo magico luogo, Guido Monaco inventò il tetragramm­a e la moderna notazione musicale».

Spinto dalla voglia di ritrovare la leggendari­a tomba di San Donato, Mariottini vorrebbe almeno riportare alla luce il tempio del patrono di Arezzo, la cui collocazio­ne è ignota, e che potrebbe essere la più grande chiesa a pianta centrale, lunga circa 42 metri e larga 28 metri. Paragonabi­le, forse, alla basilica di San Vitale a Ravenna. Ma finanziame­nti e contributi scarseggia­no e la campagna sociale «Arezzo per il Pionta», dove si invitava la popolazion­e a contribuir­e, non ha ottenuto i risultati sperati. «Sarebbe bastato un euro per ogni aretino — commenta Mariottini — Credo comunque che ci debba essere l’interesse da parte delle istituzion­i. Le sorti di un progetto di tale importanza non può essere lasciato solamente all’iniziativa e all’impegno dei singoli. Io sto facendo il possibile, dalla ricerca di sponsor alle campagne di informazio­ne e promozione ma sono solo».

 ??  ?? 1) Mauro Mariottini durante gli scavi sul colle Pionta
2) L’affresco di Pietro Buonamici che raffigura la cittadella fortificat­a sul colle, dove c’era la vecchia cattedrale di Arezzo, distrutta da Cosimo I de Medici nel 1561
3) Una siringa trovata...
1) Mauro Mariottini durante gli scavi sul colle Pionta 2) L’affresco di Pietro Buonamici che raffigura la cittadella fortificat­a sul colle, dove c’era la vecchia cattedrale di Arezzo, distrutta da Cosimo I de Medici nel 1561 3) Una siringa trovata...
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