Firenze e Scandicci, è il giorno del giudizio
Volley, Bisonte e Savino sconfitte in gara 2. Già oggi si torna in campo per le sfide decisive
Verdetto rimandato ad oggi, alla «bella». Gara 2 dei quarti dei play off ha visto sconfitte fuori casa sia il Bisonte Firenze che la Savino Del Bene Scandicci (1-3 per entrambe), con le serie tornate in parità: stasera dunque le squadre saranno nuovamente sul parquet di Conegliano e di Novara per la partita decisiva. Due ko con molti rimpianti quelli di ieri, soprattutto per Scandicci che dopo aver subito nel primo set (25-21) ed essersi vista sfuggire il secondo (25-23) ha vinto il terzo 25-22 ma non è riuscita a portare la gara al tie break (2519 per le padrone di casa). Mentre Firenze ha fatto sognare per due frazioni (vincendo 25-20 il primo set e perdendo 27-25 il secondo, dopo aver raggiunto in rimonta il 24-24) prima di arrendersi alla dominatrice della stagione che ha chiuso la gara con un perentorio 25-18 e 25-16. Neppure il tempo di rifiatare, però, perché oggi, alle 20.30, solo un successo permetterà di passare il turno e la tenuta sia fisica che mentale sarà importante.
Il Bisonte, protagonista dell’exploit di gara uno battendo Conegliano, non aveva nulla da perdere ed è partito forte, mettendo paura anche nella successiva frazione alle campionesse d’Italia in carica ma poi Conegliano ha fatto vedere perché ha chiuso la primo posto la stagione regolare, contro sarà difficile, ma dobbiamo provare a tornare a difendere come difendevamo all’inizio, e a quel punto potremo sperare di metterle ancora in difficoltà», sottolinea il tecnico.
Scandicci ha cambiato molto durante la gara, come del resto il tecnico delle avversarie, con Alessandro Beltrami che ha lanciato dal terzo set Valentina Zago (11 punti) al posto di una Havlickova meno convincente di altre volte, come anche Cruz (4 punti per lei) ed ha pagato l’inferiorità a servizio oltre ad una Barun stratosferica, con la differenza a favore di Novara, che è partita con grande aggressività, racchiusa in poche palle soprattutto nella seconda frazione dove la Savino è stata a lungo avanti, anche di 4 punti, ma poi non è riuscita a frenare le avversarie. Dopo aver perso il secondo set Scandicci è stata brava a non mollare, complici i cambi, ma nella quarta e decisiva frazione ha commesso qualche errore di troppo. Cosa che stasera dovrà evitare per inseguire il sogno scudetto. «Sapevamo cosa ci aspettava a Novara, che qui sarebbe stato diverso da gara uno, e nella bella metteremo più grinta. Serve carattere e noi lo abbiamo», ha detto a fine gara ai microfoni di Rai Sport il libero Enrica Merlo.
La maledizione dello 0-1 ha colpito ancora. Per la sesta volta in campionato (terza consecutiva) la squadra di Gattuso ha incassato un solo ma decisivo gol all’Arena Garibaldi, terra di conquista per l’Avellino come in precedenza per Spal, Vicenza, Perugia, Salernitana e Cesena. A differenza della scorsa settimana i tifosi non hanno accompagnato l’uscita dal campo dei giocatori con fischi assordanti. Certo è che dopo i numerosi passi falsi del recente passato (5 pari e 3 sconfitte prima di ieri) pure loro si attendevano una prestazione e soprattutto un risultato ben diversi, anche alla luce del confronto post ko con il Cesena tra Gattuso e il presidente Corrado dal quale era emersa la comune intenzione di provare a ribellarsi ad una classifica che vede il Pisa sempre relegato al penultimo posto (lontano 5 punti dalla zona play-out), 6 dalla salvezza diretta e trafitto nuovamente in avvio di ripresa. L’ultimo giustiziere in ordine di tempo si chiama Lorenzo Laverone, nativo di Bagno a Ripoli, goleador occasionale e non di professione, abilissimo a sfruttare l’errore di Di Tacchio in area per poi infilare Ujkani con estrema freddezza. Episodio chiave di un match che i nerazzurri avevano cercato di approcciare con furore agonistico e maniacale sfruttamento delle corsie laterali per provare a spaventare l’Avellino a cui una settimana fa erano stati inflitti 3 punti di penalizzazione nell’ambito del calcioscommesse. Sforzi vanificati da una prolificità offensiva scarsa, come d’abitudine. Del primo tempo si ricordano le proteste dei toscani per un presunto tocco col braccio in area di Perrotta, ignorate dall’arbitro. Una volta subìto lo svantaggio, il Pisa ha progressivamente cambiato pelle, con Gattuso che ha inserito tre attaccanti uno in fila all’altro. Mossa di mourinhiana memoria che non ha pagato. «Il 99,9% delle colpe è mia. Attaccarci soltanto alla sfortuna sarebbe sbagliato. Non ci resta che recuperare le energie che abbiamo e credere alla salvezza finché la matematica non ci condanna. Io non mi arrendo». Avanti (con) Ringhio.