Maggio 80, con il saluto di Mehta «Ciao, tanti auguri al mio teatro»
Il maestro presenta la rassegna, al via il 24, l’ultima che lo vede come direttore principale «A 81 anni lascio, ma in futuro sarò ancora qui a dirigere». Guida al cartellone, musica anche nei musei
Il saluto di Zubin Mehta al teatro del Maggio — dove dal prossimo anno dismetterà i panni del direttore principale (ma resterà emerito a vita) — coincide con l’avvio dell’80° Festival che parte lunedì 24 con lo stesso Mehta a dirigere due giovani interpreti: il percussionista Simone Rubino e il violinista Michael Barenboim. Tornerà ancora con il Don Carlo di Verdi nell’anno in cui il festival approda a Pistoia, con l’Idomeneo, per la regia di Michieletto, e in vari musei fiorentini: «Ciao — ha detto Mehta — faccio gli auguri al mio teatro, al mio coro e alla mia orchestra. Nel 2018 tornerò qui a dirigere».
L’80° Festival del Maggio, che inizia lunedì 24 aprile e indulge più volte sul contemporaneo, lasciando ampio spazio ai giovani, è quello della svolta di Zubin Mehta, dal prossimo anno non più direttore principale, ma direttore principale emerito a vita. «Lascio a 81 anni — ricorda lo stesso maestro — un anno più vecchio di questo Festival che per anni ho avuto l’onore di dirigere e seguire, passo, passo sin dal 1985. Ma — anticipa — sarò ancora qui a dirigere in futuro. Ne stiamo parlando col teatro, stiamo ragionando su degli impegni per i prossimi due anni. Posso anticipare che per il 2018 sarò col Maggio per due settimane dirigendo Cajkovskij, Stravinskij e i concerti di Brahms». Di più non aggiunge anzi accenna un «Ciao Maggio» e fa un augurio al suo successore «Fabio Luisi, un amico, bravissimo» e al teatro, dove ha suonato per la prima volta nel 1962, chiedendo ancora una volta a fiorentini, imprenditori ed enti locali di fare uno sforzo per sostenerlo economicamente ora che lo Stato ha molto ridimensionato e ricordando il suo legame speciale «con la mia orchestra e il mio coro».
Mehta è venuto a presentare il programma del Festival accompagnato da Pierangelo Conte, coordinatore artistico, e da Giovanni Vitali, responsabile della promozione culturale. Non è venuto il sovrintendente uscente Francesco Bianchi anche se Mehta lo ha ricordato dicendo «ha fatto il suo meglio». E, illustrando con qualche accenno di commozione, i suoi impegni a partire dal 24 — quando darà l’avvio a questo mese di musica, non solo a Firenze ma anche a Pistoia — ha spiegato di aver già incontrato il prossimo sovrintendente, Cristiano Chiarot: «Ci siamo visti una settimana fa per la prima volta. È molto professionale ed è un uomo di grande esperienza, si è formato in teatro. Con lui mi sono sentito bene».
È contento dell’incipit della programmazione, che segna un impegno verso il contemporaneo e i giovani: Mehta, infatti, il 24 alle 18, aprirà il festival con un concerto durante il quale dirigerà due giovani talenti. Uno è Simone Rubino, percussionista e protagonista del Concerto per percussioni di Frederich Cerha, una partitura in prima esecuzione nazionale, con 31 percussioni nella fossa d’orchestra che Rubino suonerà spostandosi da una postazione all’altra («l’ho sentito suonare in Spagna —dice Mehta — e me ne sono innamorato). L’altro è Michael Barenboim (figlio del celeberrimo Daniel) — «violinista eccelso con cui ho già suonato in Israele » aggiunge alle prese con il Concerto per violino e orchestra di Schönberg. La serata si chiuderà poi con Ravel. Venerdì 26 si cambia città e parte la partnership PistoiaFirenze con l’Idomeneo di Mozart al Manzoni della città capitale della Cultura, per la regia di Damiano Michieletto. Si torna al teatro dell’Opera fiorentino, venerdì 5 maggio, per la prima del Don Carlo di Verdi in diretta su Rai5 —ancora Mehta sul podio — con la regia di Giancarlo Del Monaco e cambio di tenore, non più Fabio Sartori ma Roberto Aronica. Il 10 maggio Mehta scommette ancora su un giovanissimo, il violoncellista Pablo FerSteffens. rández , 26 anni, alle prese col bellissimo Concerto per violoncello e orchestra Opera 104 di Dvorák, per poi passare a Schömberg e al Te Deum di Bruckner. Mentre il 13 con Avi Avital, interprete del mandolino di indiscussa bravura, si esibirà su musiche di Vivaldi e Dorman, per poi tornare a Bruckner e alla sua sinfonia Romantica. Il 15 serata con Sandro Lombardi (la drammaturgia è di Fabrizio Sinisi) che, con i cameristi del Maggio darà vita a uno spettacolo sulla vita privata di Ravel con brani del compositore francese. Musiche del contemporaneo Rihm e di Brahms, il 18, per il ritorno sul podio di Karl-Heinz Thierry Fischer dirigerà la Symphonye fantastique di Berlioz e Brahms domenica 21 maggio. Mentre il 24 maggio, al Goldoni, la nuova creazione di Alessandro Talevi ispirata all’Histoire du soldat di Stravinskij. Il 25 maggio Stefano Bollani porterà in prima esecuzione assoluta il suo Concerto Azzurro.
La chiusura è affidata a due concerti: il 28 maggio, con David Robertson sul podio, si eseguiranno Syntax di Ivan Fedele, una composizione dedicata a Haydn, Mozart e Beethoven, e il magnifico Titano di Mahler; il 31, con Marco Angius, Beethoven e Luca Mosca. Due sono gli extra festival: il
Incontri e impegni «Bianchi ha fatto il suo meglio Ho conosciuto Chiarot e mi sono sentito bene. Nel 2018 sul podio con Cajkovskij, Stravinskij e Brahms»
concerto dei Berliner il 26 giugno — musiche di Schumann e Wagner dirette da Gustavo Dudamel — e il 5 luglio in piazza Duomo a Pistoia il concerto diretto da Fabio Luisi.
Non finisce qui però il programma del festival, ci saranno alcuni concerti in vari musei: agli Innocenti (27 aprile) appuntamento con il coro delle voci bianche del Maggio; a casa Martelli il 4 maggio spazio a Liszt e Verdi e il 18 tutto Stravinskij; allo Stibbert, il 9, in collaborazione con il Conservatorio Cherubini, si eseguiranno musiche di Puccini e Verdi, mentre al museo del Novecento, il 19, omaggio ad Alfredo Bianchini. Tre concer- ti per organo si svolgeranno alla Chiesa di San Francesco a Pistoia (il 6 maggio) a Santa Maria Maddalena de’ Pazzi a Firenze (il 13) e a Santissima Annunziata (il 20). Tornano gli incontri col pubblico, prima degli appuntamenti musicali ed è in programma il 5 e 6 maggio un convegno dedicato alla figura del Don Carlo di Verdi. Durante tutto il periodo del festival una mostra a cura di Moreno Bucci sulla storia del festival (Un segno della nostra storia è il titolo) sarà allestita nei foyer di platea e di galleria. Da ricordare il 28 aprile la presentazione del libro su Dalla Piccola di Mario Ruffini.