I ponti di Vallina (ri)aprono la sfida Pd-ambientalisti
Visioni opposte Le associazioni: opera inutile e distruttiva I Dem di nove Comuni: così superiamo il ‘900
È la disfida del doppio ponte. Non appena Anas annuncia che il progetto del bypass di Vallina è pronto, si scatena lo scontro. Che vede schierati su fronti opposti le associazioni ambientaliste e il Pd. Il pomo della discordia è il doppio ponte che consentirà alla via di Rosano (la strada che collega Firenze Sud a Pontassieve in riva sinistra dell’Arno) di evitare l’abitato di Vallina e diventare così la nuova strada regionale tra il capoluogo e la Valdisieve. Un intervento da 55 milioni atteso da anni: una strada di oltre un chilometro che prevede un doppio ponte perché in quel punto c’è da superare un’ansa dell’Arno. A febbraio scorso è stato presentato il progetto; pochi giorni fa il Comune di Bagno a Ripoli ha consegnato l’istruttoria in Regione. E ora Italia Nostra si scatena: assieme a Wwf, la Rete dei comitati in difesa del territorio, l’associazione Vivere in Valdisieve e altre cinque organizzazioni, fa partire una raccolta di firme contro «un’opera inutile che distrugge l’ambiente e il paesaggio in uno dei punti più belli dell’Arno». Invece del doppio ponte, gli ambientalisti chiedono il rafforzamento dei collegamenti ferroviari. Il Pd insorge. Con un comunicato congiunto dei Dem di Bagno a Ripoli, Dicomano, Londa, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull’Arno, Rufina e San Godenzo: «Negli anni abbiamo assistito alla chiusura di molte realtà produttive nell’intera area a sud-est di Firenze, fenomeno oggi certamente accentuato dalla crisi, ma causato anche da un sistema infrastrutturale e logistico ormai insufficiente e di chiara matrice novecentesca — scrivono i segretari Pd — Il doppio ponte di Vallina può rappresentare un’opportunità di ripresa dello sviluppo delle aree artigianali che oggi vivono un momento di depressione». Dopo la vittoria dei comitati che hanno contribuito a fermare l’inceneritore di Selvapiana, anche in Valdisieve si riapre la sfida tra ambientalisti e sostenitori delle grandi opere.