Gazzetti (Pd) «Sciopero della fame perché l’azienda non rispetta la città»
Mentre a Roma si discuteva del futuro dei Grandi Molini, il consigliere regionale Francesco Gazzetti (Pd) era al presidio permanente dei lavoratori a Livorno, davanti allo stabilimento. Contro i licenziamenti minacciati dall’azienda, Gazzetti ha iniziato lo sciopero della fame, arrivato ieri al terzo giorno.
Gazzetti, perché questa forma di protesta? «A volte occorrono segnali forti. E dopo che l’azienda non si era presentata agli incontri o lo aveva fatto con una delegazione che non poteva decidere su nulla, dopo il rifiuto di ogni mediazione, mi è parso che si mancasse di rispetto agli operai, al territorio, alle istituzioni. Ed ho deciso di reagire».
E perché adesso? «Abbiamo fatto tanti atti, anche in Consiglio regionale, si è mosso il territorio, ma il cuore della questione è che non veniva riconosciuta dignità non solo agli operai ma a Livorno, alla Toscana. Un precedente pericolosissimo, anche alla luce delle tanti crisi industriali in atto».
Come sta andando senza mangiare e continuando l’attività politica? «Non è facile, è duro, ma la scelta è stata giusta. Anche in queste ore gli operai sono stati eccezionali, meritano tutto il risalto dato alla loro situazione. Sono passati assessori della giunta Nogarin, consiglieri comunali, io sono in contatto con la Regione, il gruppo Pd in Consiglio regionale, il partito. Di certo gli operai non sono stati lasciati soli».
Da Roma arriva la notizia dell’apertura della trattativa: proseguirà il digiuno? «Domani (oggi, ndr) entro nel quarto giorno. Un primo risultato è stato ottenuto e non era scontato solo poche ore fa, cioè l’apertura di una trattativa da parte dell’azienda. È un passo avanti nella giusta direzione. Valuterò anche i contenuti della trattativa e le reazioni di sindacati e lavoratori e poi deciderò».