Gli ex colleghi della Feltrinelli: noi sconvolti, non era rissoso
«Sentirlo parlare in romano della Fiorentina, da tifoso sfegatato, era uno spettacolo». Alla Feltrinelli Red, dove Marco ha lavorato prima di partire per Milano, la notizia di quanto accaduto a Lisbona arriva nel primo pomeriggio e lascia sbigottiti i colleghi che conoscevano quel ragazzo di Roma con la «passione viscerale» per il viola, ereditata dal padre. Marco era arrivato alla Red pochi mesi dopo l’apertura, nel 2014, per dirigere il reparto ristorazione. «Ha tirato su questo negozio come se fosse stato suo» racconta Filiberto, ex collega e amico. «Era un gran lavoratore, ci sapeva fare, quando c’era lui qui era pieno di gente, organizzava tante iniziative» ricorda. Non lavoravano più insieme da mesi ormai ma avevano mantenuto i contatti e si sentivano spesso, scambiandosi messaggi o telefonate. L’ultima volta appena venerdì scorso. Se Marco era a Firenze andava spesso nella libreria di piazza della Repubblica a salutare gli ex colleghi, lo aspettavano anche questa settimana. «Quando ci siamo sentiti mi ha detto che avrebbe fatto un salto da noi in libreria in questi giorni — dice Filiberto — sono senza parole, sono davvero sconvolto. Era un persona in gamba, buono d’animo, anche con i senza tetto che stanno qui fuori, ai quali offriva spesso da bere». Marco era un acceso supporter della Fiorentina, aveva rinnovato l’abbonamento allo stadio, in Curva Fiesole, anche se si era trasferito ormai a Milano per lavoro e seguiva la squadra del cuore persino in trasferta, quando poteva. «Era a Lisbona per dare una mano ai tifosi dello Sporting che è gemellato con la Fiorentina. Ma non era un tipo da rissa, era una persona responsabile, tutt’altro che rissosa». Anche chi lo ha conosciuto poco lo ricorda con commozione. «Abbiamo lavorato assieme solo due giorni ma lo ricordo come una brava persona — dice l’attuale responsabile del ristorante Red — tutti me ne hanno sempre parlato bene».