TERMOMETRI GIÙ, L’AGRICOLTURA LANCIA L’SOS
Fine aprile, sole di giorno gelo invernale di notte. E mesi di raccolto vanno a carte e quarantotto nel giro di una notte. È quello che è successo, anche in Toscana, nei giorni scorsi con la gelata primaverile che si è abbattuta su gran parte della regione, dai vigneti del Chianti ai frutteti di Valtiberina e Val di Chiana fino alle piantagioni del Pisano con San Miniato e Pontedera. Il freddo di primavera è uno degli spauracchi più grossi dei coltivatori perché arriva in uno dei momenti più delicati dell’anno in cui le colture sono in fase di sviluppo a rischio con qualsiasi alterazione meteorologica. Figuarsi una notte a -2,2 gradi — minima raggiunta nel Chianti classico mercoledì scorso — con le foglie di vite talmente gelate da sgretolarsi, come raccontato da alcuni viticoltori. Foglie che si sgretolano e fatturati che rischiano di andare in frantumi se è vero che, come stima Confagricoltura, in Toscana si è perso in una manciata di notti gelide il 20% della produzione vinicola regionale con picchi massimi, siamo nel Valdarno, del 50%, come dire una bottiglia su due che non sarà mai riempita. In cifre si parla di un danno di 80 milioni di euro. E questo solo per il vino. Ma i telefoni di Confagricoltura sono continuati a squillare in continuazione nei giorni scorsi anche dai coltivatori diretti di tutti gli altri settori e il bilancio è tutt’altro che roseo: 50 milioni di euro tra frutta e verdura. Inutili le contromisure che, ad esempio nell’Aretino, si è pensato di attuare dotando i campi di impianti antigelo. Frutteti devastati irrimediabilmente. Peggio ancora nel Pisano dove il freddo ha ristagnato nelle coltivazioni in conca. Le associazioni di categoria lanciano il loro sos alle istituzioni cifre alla mano, cifre derivanti da una stima che potrebbe peggiorare con il passare delle ore senza miglioramenti sensibili del quadro meteorologico.