Corriere Fiorentino

Il riscatto di Martina, racchetta prodigio che voleva dire basta

- Marco Massetani

Martina Trevisan, fiorentina, 23 anni, ha esordito lo scorso week end in azzurro nella Fed Cup Nel dicembre 2009 (dopo aver vinto tutto ciò che c’era da vincere: titoli italiani under 12, 14 e 16, campionati di seconda categoria, il torneo internazio­nale juniores Città di Firenze), la ragazzina prodigio aveva deciso di chiudere con il tennis: stavolta da incordare c’erano speciali ingranaggi interni, qualcosa di più importante di una racchetta. Sabato scorso, dopo più di quattro anni di stop e un miracoloso recupero, è tornata a brillare come la stella più luminosa della nuova squadra azzurra di Fed Cup, conquistan­do a Barletta la sua prima vittoria all’esordio da singolaris­ta contro Ya-Hsuan Lee nel march che ha spianato la strada alla vittoria finale dell’Italia (3-1) su Taiwan. Nel crocevia di storie che popolano il tennis, quella di Martina Trevisan, 23 anni, fiorentina, figlia di sportivi (la mamma Monica maestra sulla terra rossa, il padre Claudio ex calciatore di B) è una parabola della vita da portare ad esempio per i troppi giovani che si smarriscon­o velocement­e dentro a trasferte, tornei e delusioni. Si può sprofondar­e nei bassifondi del ranking mondiale e risorgere dopo quasi un lustro? Martina Trevisan ha dimostrato che è possibile. «La vita è fatta di percorsi, io ho seguito quello mio personale, e infine ho capito quando era giunto il momento per ricomincia­re», ricorda la tennista che è ripartita dall’argilla amica — tra Santa Croce sull’Arno (dove è cresciuta insieme al fratello Matteo, ex n. 1 al Mondo tra gli junior), Pontedera e la pineta di Tirrenia — per scalare testardame­nte la classifica WTA fino alla attuale posizione 223. Del talento rimasto puro e cristallin­o se n’è accorta presto il capitano di Fed Cup Tathiana Garbin, che prima l’ha convocata a febbraio contro la Slovacchia, poi l’ha scelta come singolaris­ta nella sfida contro Taiwan dello scorso weekend. Il tennis di Martina Trevisan appare il più tecnico per la giovane Italia alla ricerca di identità e di ricambio dopo l’era dorata di Vinci, Schiavone e Pennetta. Dopo 2 ore e 57 minuti di colpi rabbiosi, alla taiwanese Ya-Hsuan Lee non è rimasto che alzare bandiera bianca: 26, 63, 1210. «È la mia vittoria più emozionant­e, più sofferta, più… tutto», ha confessato la Trevisan a fine match. Non ci resta che crederle.

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