C’È SHOW E SHOW (MISURE POLITICHE)
Si può star certi che Beppe Grillo, dal Teatro romano di Fiesole, non farà mancare qualcuno dei suoi decisivi contributi alla crescita politica del Paese (memorabile l’ «ebetino» rivolto a Renzi proprio da quel palcoscenico, ma anche il nomignolo «Alzheimer» affibbiato a Prodi rappresenta bene chi ha fatto dell’insulto un programma politico) con buona pace della speranzosa sindaca Anna Ravoni («Sono sicura che Grillo saprà scindere spettacolo e politica»). E però la capriola di cui ci ha resi spettatori il Pd fiesolano, e pure quello metropolitano guidato dall’ex sindaco Fabio Incatasciato, dimostrano tutti i limiti di una classe politica in caduta libera (o in libera uscita, fate voi). Nell’ordine il Pd ha: usato lo spettacolo di Grillo — organizzato da due società private, Prg e Music Pool — per attaccare «il ventre molle» su cui il grillismo troverebbe spazio, quella sindaca Ravoni che, al di là dei giudizi sul suo operato, ha come prima colpa quella di aver battuto il Pd dove il Pd sembrava imbattibile; rinnegato una scelta fatta dallo stesso Pd nel 2011, quando l’allora sindaco Incatasciato (e sei anni fa il cartellone era direttamente gestito dall’amministrazione di Fiesole) non ebbe problemi ad approvare e poi difendere («Portò anche tanti soldi nelle casse del Comune») lo spettacolo del leader dei Cinque Stelle al Teatro romano, con tanti saluti alla coerenza; denunciato la propria totale ininfluenza: «Nelle decisioni metropolitane il Pd di Fiesole conta poco perché gli altri sindaci considerano Ravoni un interlocutore affidabile» ha detto al nostro Giulio Gori il segretario cittadino Emanuele Vannucci; messo in luce una paura terribile dell’avversario: sei anni fa Grillo poteva essere tollerato perché ancora «la sua parabola politica non era chiara», parole sempre del timoniere Vannucci, e magari «sarebbero state possibili convergenze a sinistra». Invece oggi non si può perché il M5S è diventato «un partito vincente», che rischia insomma di fare seriamente le scarpe al Pd. Vogliamo pure dare al suo leader una tribuna a casa nostra?
Così a Fiesole la libertà di espressione è diventata uno spettacolo su misura. Politica.