Il gruppo Pessina: lì vogliamo costruire case, però no centro islamico
Pessina costruzioni, gruppo edile e editori de l’Unità, si erano fatti avanti nel 2015 per trasformare l’ex caserma Gonzaga in case popolari. L’ad Guido Stefanelli conferma: «Siamo ancora interessati. E spero per i fiorentini che la moschea non si faccia».
Non c’è solo un problema tecnico-giuridico, per realizzare la moschea di Firenze nella ex caserma Gonzaga. Ce n’è anche uno economico, cioè il rapporto con i privati che dovranno trasformare l’area dove si possono costruire fino a 53 mila metri quadri tra case e negozi. E la vicenda tocca anche il principale socio de L’Unità, giornale di riferimento del Pd, Massimo Pessina.
Certo, il problema sollevato da Matteo Renzi e accettato dal sindaco Dario Nardella resta: c’è il rischio che il trasferimento dal Demanio al Comune salti, non essendo la moschea prevista nei piani dell’atto di concessione. La «nuova» Gonzaga prevedeva principalmente case a prezzi «popolari» (social housing), per il personale della Difesa, negozi e uffici. C’è però l’altro problema, economico, di cui spesso hanno parlato nel Pd dopo la proposta di Nardella: la trasformazione di ruderi in nuovi immobili la devono realizzare i privati, che dovranno vendere o affittare tutte le case (circa 200) per finanziare l’operazione. Una moschea lì accanto sarebbe un disincentivo per chiunque, che renderebbe molto più difficile vendere quelle case, sussurrano nel Pd. Ma che ne pensano gli investitori? E chi potrebbero essere?
Nel 2015 due gruppi si erano fatti avanti, ufficialmente, al bando per «manifestazione di interesse» sulla ex Gonzaga: uno dei due era la Pessina Costruzioni di Massimo Pessina. Che è diventato socio anche de L’Unità durante la segreteria di Matteo Renzi, per risollevare la crisi infinita del quotidiano di cui il Pd è rimasto socio con una quota simbolica. Una inchiesta della trasmissione Report ha sollevato il dubbio che Pessina abbia rilevato L’Unità solo per avere un tornaconto, un «rapporto privilegiato» con il governo (guidato da Renzi e dal Pd) per appalti e propri affari. Tesi smentita da Pessina, che ha annunciato querela. Renzi ha bloccato la moschea, a quattro giorni dalla primarie che dovrebbero incoronarlo di nuovo segretario. Ma i Pessina sono ancora interessati? Sì, ma l’ad di Pessina Costruzioni, Guido Stefanelli, si augura anche «che la moschea non la facciano lì».
La vostra manifestazione di interesse è di due anni fa. Si era parlato di una moschea nell’area? «Moschea speriamo di no — interrompe Stefanelli — Lo dico per voi fiorentini». Pare proprio di no, dopo lo stop dato da Renzi. Ma c’è chi sostiene che porre una moschea accanto ad una zona residenziale, rende impossibile l’operazione commerciale. Restate interessati? «Assolutamente sì. Non c’è stato però finora nessun tipo di manifestazione diversa da allora. Noi facciamo molte di queste operazioni. E ricordo che non sono operazioni in cui si fanno case di lusso, guardate i nostri interventi di social housing. Siamo in un Paese che ha tanti problemi, da quando facciamo manifestazione di interesse a quando diventa un lavoro mediamente ci vogliono 6 anni». E quindi aspettate? «Sì. Però spero per i fiorentini che non metteranno lì la moschea». No, la mosche non andrà lì. E il gruppo Pessina (ed altri interessati) rimane alla finestra. Dopo il percorso di partecipazione, 60 gruppi di architetti hanno inviato le loro idee. Da queste, una commissione ne selezionerà otto e Palazzo Vecchio ne sceglierà uno. Solo dopo questo (e la variante urbanistica) si potrà partire con iu bandi di gara: non prima di due anni e mezzo. Insomma, la moschea può attendere. E la ex Gonzaga pure.
L’Ad Stefanelli Non vogliamo fare case di lusso, siamo in un Paese con tanti problemi Auguro ai fiorentini che lì il centro islamico non si faccia mai