La candidata Pauline e la destra stile Le Pen
Allo Stensen c’è «Chez nous»: il film che scuote la Francia
Lei è un’infermiera che ha voglia di cambiare le cose E il partito si serve di lei
Ora che il primo turno delle presidenziali francesi è passato e ci avviciniamo al giorno della grande sfida tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, esce con ottimo tempismo (stasera ore 21 in anteprima al cinema Stensen di Firenze) un film che molto ha fatto discutere Oltralpe: Chez nous - A casa nostra di Lucas Belvaux. Protagonista è Pauline, infermiera domiciliare in un distretto minerario nel nord della Francia, la cui vita viene stravolta dalla proposta di candidarsi a sindaco nelle fila di un partito di estrema destra, capitanato da Agnès Dorgelle (in cui tutti hanno riconosciuto la presidente del Front National). Pauline cresce da sola i suoi due figli e si occupa di suo padre, un ex metalmeccanico. Devota e generosa, è amata dai suoi pazienti, che contano su di lei. Eppure nessuno vede che Pauline, che si trova ad affrontare una realtà sociale sempre più dura, sta lentamente intraprendendo un percorso che nessuno nella sua famiglia ha mai preso prima. Un partito in crescita, in cerca di rispettabilità, utilizzerà a proprio vantaggio la sua genuina volontà di cambiare le cose, facendone la propria candidata alle elezioni locali.
Era facile prevederlo e infatti è accaduto: nel bel mezzo della campagna elettorale il film è stato oggetto di dibattiti piuttosto accesi, mentre sulla stampa e sui social si sono sprecati i commenti (spesso anche violenti). Eppure, al di là delle polemiche spicciole, il film prende di petto molte delle questioni emerse dal voto francese di domenica scorsa: «Il nord della Francia è una regione che ho ripreso spesso — ha spiegato Belvaux — La amo, probabilmente perché mi ricorda il paese dove sono nato; ma soprattutto, per quello che trasmette visivamente. Questa campagna è bella, ma è anche tristemente cupa quando il genere umano la sfigura, squarciandola con le strade, coprendola con le aree industriali, i centri commerciali, le periferie e le città dormitorio, gli svincoli autostradali, i depositi e i magazzini. Questo contrasto è il cuore del film. Racconta il passato e il presente. Prevede il futuro. Perché così come la geografia struttura le vite delle persone, così può anche destrutturarle. Quella che era una vita rurale coerente è diventata «peri-urbana»: private della loro identità, del loro modo di vivere, persone che erano fino a ieri cittadini, ora vivono come reietti, disadattati, al di fuori di un mondo che si sta reinventando. Ho tentato di descrivere un partito e decifrare il suo discorso, comprendere il suo impatto e il potere di seduzione verso queste persone». Belvaux non risparmia di certo la gauche: «Marine Le Pen prospera dove gli altri hanno fallito. In queste terre operaie del nord la sinistra è sparita ideologicamente e ha fallito in tutti i suoi obiettivi».