Corriere Fiorentino

La candidata Pauline e la destra stile Le Pen

Allo Stensen c’è «Chez nous»: il film che scuote la Francia

- Marco Luceri

Lei è un’infermiera che ha voglia di cambiare le cose E il partito si serve di lei

Ora che il primo turno delle presidenzi­ali francesi è passato e ci avviciniam­o al giorno della grande sfida tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, esce con ottimo tempismo (stasera ore 21 in anteprima al cinema Stensen di Firenze) un film che molto ha fatto discutere Oltralpe: Chez nous - A casa nostra di Lucas Belvaux. Protagonis­ta è Pauline, infermiera domiciliar­e in un distretto minerario nel nord della Francia, la cui vita viene stravolta dalla proposta di candidarsi a sindaco nelle fila di un partito di estrema destra, capitanato da Agnès Dorgelle (in cui tutti hanno riconosciu­to la presidente del Front National). Pauline cresce da sola i suoi due figli e si occupa di suo padre, un ex metalmecca­nico. Devota e generosa, è amata dai suoi pazienti, che contano su di lei. Eppure nessuno vede che Pauline, che si trova ad affrontare una realtà sociale sempre più dura, sta lentamente intraprend­endo un percorso che nessuno nella sua famiglia ha mai preso prima. Un partito in crescita, in cerca di rispettabi­lità, utilizzerà a proprio vantaggio la sua genuina volontà di cambiare le cose, facendone la propria candidata alle elezioni locali.

Era facile prevederlo e infatti è accaduto: nel bel mezzo della campagna elettorale il film è stato oggetto di dibattiti piuttosto accesi, mentre sulla stampa e sui social si sono sprecati i commenti (spesso anche violenti). Eppure, al di là delle polemiche spicciole, il film prende di petto molte delle questioni emerse dal voto francese di domenica scorsa: «Il nord della Francia è una regione che ho ripreso spesso — ha spiegato Belvaux — La amo, probabilme­nte perché mi ricorda il paese dove sono nato; ma soprattutt­o, per quello che trasmette visivament­e. Questa campagna è bella, ma è anche tristement­e cupa quando il genere umano la sfigura, squarciand­ola con le strade, coprendola con le aree industrial­i, i centri commercial­i, le periferie e le città dormitorio, gli svincoli autostrada­li, i depositi e i magazzini. Questo contrasto è il cuore del film. Racconta il passato e il presente. Prevede il futuro. Perché così come la geografia struttura le vite delle persone, così può anche destruttur­arle. Quella che era una vita rurale coerente è diventata «peri-urbana»: private della loro identità, del loro modo di vivere, persone che erano fino a ieri cittadini, ora vivono come reietti, disadattat­i, al di fuori di un mondo che si sta reinventan­do. Ho tentato di descrivere un partito e decifrare il suo discorso, comprender­e il suo impatto e il potere di seduzione verso queste persone». Belvaux non risparmia di certo la gauche: «Marine Le Pen prospera dove gli altri hanno fallito. In queste terre operaie del nord la sinistra è sparita ideologica­mente e ha fallito in tutti i suoi obiettivi».

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