Duello fra sindaco ed ex sindaco: la relazione sui conti in rosso va in Procura
La commissione sull’unione con Vaglia: «Incatasciato la volle soltanto per trasferire i debiti»
In carica La sindaca di Fiesole, Anna Ravoni Fino al 2015 L’ex sindaco Fabio Incatasciato
Un milione e quattrocento mila euro di buco, creato in appena tre anni. Una voragine che deriva dalla decisione dell’allora sindaco Fabio Incatasciato (Pd) di costruire con Vaglia un’unione dei Comuni, nel 2011. Il consiglio comunale di Fiesole ha approvato all’unanimità, anche coi voti del Pd, la relazione della commissione speciale d’indagine su quella breve esperienza amministrativa. Le conclusioni sono durissime e parlano di «significativo scostamento delle risultanze», di «stima di valori non prudenziali inseriti nella parte entrate», di «un lavoro preparatorio (tecnico) che è indubbiamente mancato». Insomma una bocciatura piena. Tanto più che i vecchi amministratori «sottovalutarono le ripercussioni», «altro non fecero che traslare la dissestata condizione economico-finanziaria del Comune di Fiesole nella costituenda Unione», che «non era certo funzionale al raggiungimento degli obiettivi prefissati». Così, il sindaco Anna Ravoni – che nel 2014 batté il Pd alle elezioni – annuncia che invierà il testo alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti. Da parte sua, Incatasciato fa sapere che risponderà dopo aver letto la relazione.Se Cittadini per Fiesole (la lista di maggioranza), il Pd e Forza Italia hanno approvato in blocco la relazione, arrivata dopo 45 sedute, le analisi politiche fatte ieri in aula sono state invece molto distanti. Dalla maggioranza le accuse al passato sono pesanti: dall’aver basato le entrate dell’Unione su finanziamenti non certi, fino all’aver scelto il matrimonio con Vaglia come «escamotage» per aggirare il patto di stabilità. «Pressappochismo è la parola chiave», ha detto Ferroni. «Non abbiamo mai rilevato una cattiva fede, ma oggettivamente molta impreparazione: come pensavano di mandare avanti un ente senza autosufficienza finanziaria?», ha spiegato Marco Semplici, consigliere di opposizione di centrodestra e presidente della commissione.Il Pd ha risposto con Tommaso Rossi: «I dati sono dati, sono incontrovertibili», ma il contesto economico comunale e nazionale ha messo Incatasciato di fronte alla scelta di «bere o affogare». Al contrario, Rossi ha attaccato Ravoni per la scelta «avventata e affrettata» di chiudere l’Unione nel 2014, mettendo a rischio la tenuta del Comune. «Sta di fatto — dice la relazione — che lo scioglimento richiedesse comunque un lavoro preparatorio più approfondito». Le conclusioni sono spettate a Ravoni: «Ci accusate di essere ragionieri, ma noi amministriamo come i buoni padri di famiglia». E al Pd ha risposto: «Dopo la chiusura dell’Unione, non abbiamo pagato un euro di interessi e more. L’unico decreto ingiuntivo, di 863 euro, l’abbiamo fatto pagare di tasca sua al responsabile», ovvero il dirigente delle risorse finanziari e dell’Unione.
Le mosse Ravoni: relazione in Procura. Ma il Pd: il divorzio da Vaglia è stato affrettato