Unesco, sì del Consiglio al piano anti-mangificio
Respinte decine di emendamenti. I comitati: i problemi restano
Per i prossimi tre anni, da oggi, sarà vietato aprire nuove attività di somministrazione di alimenti e bevande nel centro storico di Firenze, più precisamente nell’area Unesco. È questa la svolta chiave contenuta nel nuovo Regolamento Unesco, votato ieri dal Consiglio comunale. «Un segnale forte a difesa dell’identità della nostra città», dice Cecilia Del Re, assessore allo Sviluppo economico.
La versione approvata ieri è più dura rispetto a quella approvata un anno fa, che non ha prodotto gli effetti sperati visto che nel 2016 le aperture di locali di somministrazione alimentare erano aumentate del 78 per cento. Sono previste eccezioni per luoghi di cultura, librerie, teatri, cinema e musei, nei quali potranno continuare ad aprire attività di somministrazione. E sono previste tutele particolari per determinate one della città, come già avviene ad esempio per via Tornabuoni, anche ad altre vie della città: via Maggio, via dei Fossi e Lungarno Corsini, dove potranno aprire solo le tipologie di attività elencate nel regolamento (gallerie d’arte, negozi di antiquariato). Vengono inoltre individuate una serie di piazze nelle quali non potranno essere trasferite le attività la cui nuova apertura era già vietata nell’area Unesco: piazza San Giovanni, Duomo, piazza della Repubblica, Santa Croce, Signoria, San Firenze, Santa Maria Novella, Pitti, Santo Spirito, Carmine e Santissima Annunziata.
Un punto importante per la tutela dell’identità fiorentina è l’inserimento, tra le modifiche, della norma «salva vinaini». Le botteghe che affiancano al panino il bicchiere di vino, così come tutta la costellazione del take away del centro storico, potranno evitare di realizzare obbligatoriamente adeguati servizi igienici, così come previsto dalla prima versione del regolamento. Sarà vietata anche la vendita di oggetti e immagini che evocano il fascismo, uno dei pochi emendamenti (presentato dagli scissionisti di Mdp) accolti durante la seduta fiume nel Salone de’ Dugento. Non accolta, come prevedibile, la richiesta di modifica presentata da Forza Italia, che voleva fosse tolto il divieto di aprire fast food nel centro storico, il cuore del giro di vite.
A margine del Consiglio erano presenti anche i comitati anti movida. «Queste modifiche non risolvono i nostri problemi di vivibilità, ma addirittura li aggravano. I residenti non sono stati in alcun modo coinvolti», attaccano i comitati «Ma Noi Quando Si Dorme?», «Oltrarnofuturo» e «Per Piazza Brunelleschi». L’amministrazione comunale, contestano ancora, continua a non considerare che la residenza nel centro storico di Firenze sarebbe da tutelare in quanto patrimonio culturale «immateriale». «Con queste modifiche viene tolto l’obbligo per i locali di realizzare adeguati servizi igienici tranne a chi somministra superalcolici — afferma Manuela Vannozzi, presidente di “Ma Noi Quando Si Dorme?” — e ogni locale potrà destinare fino al 25% del suolo ad attività ricreative, come concerti. Ci chiediamo: ma il Comune, i residenti in centro li vuole o no?».