Barcellona ci prova così: superillas e limiti a 10 km/h
Le ricette della sindaca degli «Indignados», che convincono i residenti soltanto a metà
Nemmeno l’intransigente sindaca di Barcellona Ada Colau — pasionaria degli Indignados — aveva pensato a una Ztl continua contro l’invasione del popolo della movida. Una battaglia che è il vero obiettivo politico della sindaca, sin dalla campagna elettorale di due anni fa.
L’amministrazione Colau ha redatto nel 2014 un piano urbano della mobilità: le linee guida fissano come obiettivi la riduzione del 21 per cento del traffico privato e la destinazione del 60 per cento delle strade ai soli pedoni. Il piano divide la città in superilles, grandi isolati in cui il transito delle auto dei non residenti è impedito e in cui tutte le automobili hanno un limite di velocità di 10 chilometri all’ora. Il grosso del traffico, sia di giorno che di notte, viene così dirottato sulle strade principali fuori da queste macro aree. I residenti sono divisi: c’è chi loda l’iniziativa di lasciar fuori le auto, chi accusa il provvedimento di aver incrementato e non diminuito il «divertimentificio» di Barcellona. Il meno contento ovviamente è chi abita nelle strade limitrofe delle superillas. Nel piano della mobilità sono state poi ampliate le zone interamente pedonalizzate di gran parte della passeggiata (la Rambla) e del quartiere storico del Raval. Altri paletti hanno riguardato i bus turistici, vietati ad esempio in tutta la zona della Sagrada Familia se non con una specifica autorizzazione del Comune.
Barcellona non è Firenze, tuttavia il problema della trasformazione della città in divertimentificio è comune. Anche a Barcellona i divieti alla vendita di alcol imposti dal Comune contro la malamovida si sono scontrati con la protesta delle associazioni dei commercianti. Ma i residenti continuano a sostenere e gradire (secondo i sondaggi) la sindaca in una battaglia che ancora — a dire il vero — pare aver dato pochi risultati tangibili. La popolarità politica di Ada Colau è comunque salita al punto che la sindaca catalana è stata indicata come papabile alternativa a Pablo Iglesias (leader di Podemos) per la corsa al governo spagnolo. Almeno in questo caso, per Firenze, si tratta di una sperimentazione già percorsa.