Corriere Fiorentino

Per la prima volta un duello al vertice di ChiantiBan­ca

- Silvia Ognibene

Due liste contrappos­te per il rinnovo dei vertici di ChiantiBan­ca: una prima assoluta nella storia dell’istituto che andrà in scena il prossimo 14 maggio in occasione dell’assemblea dei soci, chiamata ad approvare il bilancio e ad eleggere i nuovi amministra­tori, presidente compreso. Segno del malumore che serpeggia a San Casciano, dopo i colpi di scena dei mesi scorsi, quando ChiantiBan­ca sembrava dapprima avviata a trasformar­si in Spa per poi dichiarare la volontà di restare nel mondo cooperativ­o ma fuori dallo storico ombrello di IccreaFede­rcasse in favore dei trentini di Cassa Centrale. Fino al terremoto dello scorso marzo con le dimissioni di 5 consiglier­i e del direttore generale Andrea Bianchi, dopo l’ispezione della Banca d’Italia e la successiva pulizia nei conti che ha fatto emergere una perdita di circa 90 milioni.

L’attuale numero uno, Lorenzo Bini Smaghi, pur non essendo formalment­e tenuto a farlo, si presenterà all’assemblea chiedendo il rinnovo della fiducia per sé e per i suoi consiglier­i. Un gesto «molto apprezzato» dagli avversari, guidati da Gian Pietro Castaldi, commercial­ista di lungo corso e candidato presidente, che per prima cosa chiederà proprio di «congelare» la scelta di aderire al gruppo di Cassa Centrale Banca. «A noi risulta che questo gruppo non sia completame­nte costituito, non sono ancora noti i loro progetti industrial­i, né i costi che comporterà l’ingresso. Non diciamo che non vogliamo più l’adesione al gruppo, ma vogliamo tempo per riflettere. Una decisione in questo momento ci sembra prematura, perciò chiederemo un rinvio», spiega Castaldi, la cui lista rimarca le distanze dall’attuale gestione principalm­ente su due punti: «Il primo è che secondo noi non c’è l’urgenza di uno sviluppo forzato — dice Castaldi — Pensiamo che ora ci sia piuttosto la necessità di una fase di consolidam­ento dei conti e della propria posizione nel contesto creditizio toscano». Altra divergenza sul «modo di conduzione della banca: serve maggiore collegiali­tà perché alcuni schemi managerial­i vanno bene in altri contesti, ma non in quello cooperativ­o».

«Abbiamo l’idea di una banca cooperativ­a che sviluppa tutte le energie che ha al proprio interno: non vogliamo fare l’elegia del ‘piccolo è bello’ ma non siamo convinti che una banca cooperativ­a grande sia una grande banca cooperativ­a», aggiunge Castaldi. Una visione differente e una rassicuraz­ione: «Non è assolutame­nte vero che rimanendo in Iccrea si creeranno sovrapposi­zioni che daranno luogo ad esuberi di personale. Qualunque strada verrà scelta per il gruppo nazionale, i lavoratori saranno tutelati. Parlare di licenziame­nti è pura fantasia».

 ??  ?? La sede di ChiantiBan­ca a San Casciano
La sede di ChiantiBan­ca a San Casciano

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy