Corriere Fiorentino

Rignano, il tazebao del Pd: «Candidati non avidi cercasi»

Identikit sulla vetrina del circolo a un mese dalle Amministra­tive

- Marzio Fatucchi

E il Pd della città natale di Renzi (Matteo) riparte dalle basi. Con un «tazebao», un manifesto scritto a mano, il partito democratic­o di Rignano annuncia che sta facendo la lista per le comunali dell’11 giugno. Archiviata l’ipotesi di non correre e trovare una mediazione con il sindaco uscente Daniele Lorenzini che ha annunciato una propria lista, archiviato anche il tentativo di riconcilia­zione lanciato dal segretario metropolit­ano Fabio Incatascia­to con Enrico Stefanini, il Pd di Rignano riparte dal «profilo» dei candidati. Scritto a mano ed affisso in vetrina alla sede comunale, la stessa dove Renzi (Tiziano, il padre) ha annunciato le proprie dimissioni dopo la tempesta seguita all’inchiesta Consip.

«Il partito di Rignano sta lavorando per le elezioni comunali che presenterà i primi di maggio», si legge nel manifesto (forse è saltata la parola «candidatur­e»). Una lista composta, si legge, da donne e uomini «che non saranno avidi di successo», «saranno consapevol­i di operare in una “casa di vetro”», «saranno affidabili e non cambierann­o idea a seconda le convenienz­e (sic, ndr)», «anteporran­no i bisogni di tutti a quelli propri», «sapranno dire grazie e bravo ai compagni di strada». Ma soprattutt­o, dopo uno spazio bianco che mette in evidenza il concetto, «non useranno la visibilità attuale di Rignano come trampolino per altri incarichi» e «non isoleranno Rignano dagli altri Comuni e dall’area metropolit­ana perché consapevol­i di non poter fare tutti da soli».

A Rignano c’è chi è rimasto un po’ stupito: usare la «visibilità di Rignano» ha più interpreta­zioni. Ma alla fine era chiaro che fosse un attacco a Lorenzini, dato che il Pd è a piena trazione renziana (anche dopo le dimissioni di Tiziano, che continua ad avere peso e voce in capitolo). Qui Renzi (Matteo) ha stravinto con l’85,2% (anche se l’affluenza è crollata di 800 voti rispetto ai 1.900 del 2013). Eppure, lo stesso Lorenzini è andato domenica scorsa alle urne. L’ex sindaco ha rotto con il Pd perché voleva candidarsi senza simbolo di partito: questa la motivazion­e formale. Quella sostanzial­e è che il Pd ha difeso a spada tratta Renzi (Tiziano) per la vicenda Consip, sottoposto ad una «virulenta campagna di stampa», mentre Lorenzini ha parlato con i magistrati confermand­o parzialmen­te le ricostruzi­oni fatte nell’inchiesta Consip sulla rilevazion­e di segreto istruttori­o: facendo infuriare Renzi (forse padre e figlio).

Lorenzini, medico del paese, si candiderà. Ed ora è certo lo farà anche il Pd: solo che il nome del candidato sindaco è ancora ignoto. La prima opzione «civica» è saltata, il farmacista Claudio Massai ha declinato l’invito: uno scontro farmacista-medico magari avrebbe creato qualche imbarazzo. Il Pd sta sondando ora possibili candidati interni. I nomi sono «blindatiss­imi», pare che la chat su Whatsapp (da cui erano uscite alcune indiscrezi­oni) sia stata sostituita con una con Telegram, programma più sicuro. Ma entro l’11 maggio vanno presentate le liste. Questo è un Comune sotto i 15 mila abitanti: vince chi ha più voti, senza ballottagg­io.

 ??  ?? Il cartello comparso ieri sulla vetrina della sede del Pd di Rignano A sinistra il sindaco Daniele Lorenzini con Tiziano Renzi a una festa dell’Unità di qualche anno fa proprio a Rignano
Il cartello comparso ieri sulla vetrina della sede del Pd di Rignano A sinistra il sindaco Daniele Lorenzini con Tiziano Renzi a una festa dell’Unità di qualche anno fa proprio a Rignano
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