Corriere Fiorentino

Cincotta, mister scudetto donne: in America ho imparato a vincere

Lui e Fattori tandem in panchina: «Firenze merita questo successo»

- Michela Lanza

La Fiorentina Women’s sta per vincere il suo primo scudetto. Sabato al Franchi le basterà un punto contro il Tavagnacco. Dietro questo grande traguardo c’è il lavoro di Antonio Cincotta, allenatore delle ragazze insieme a Sauro Fattori, sempre defilato rispetto al collega, ma non per questo meno importante.

«Noi siamo solo il quarto caso di allenatori che lavorano in coppia nel calcio — racconta Cincotta — si è creato un bel feeling, oltre ad una vera e propria amicizia. Del resto ci accomuna il fatto di avere sempre la battuta pronta. Per quanto riguarda il lavoro sul campo, abbiamo compiti diversi e ci completiam­o: io mi occupo del lavoro tattico e tecnico, Sauro tiene rapporti con lo staff medico, con i media, con l’ambiente. Potremmo definire il suo compito itinerante, perché si occupa di gestire le logiche managerial­i, mentre il mio lo definirei certosino, perché è più legato ad uno studio di analisi, allenament­i e programmaz­ione».

Ed eccolo qua, uno dei segreti della Fiorentina Women’s. Un mister che, ad appena 32 anni, ha già vinto 5 campionati in 8 anni di calcio femminile (quello viola sarebbe il terzo di fila dopo quelli con Milan Ladies in C e del Como in B): «Mi piace ricordare l’abilitazio­ne come profession­ista conseguita a 30 anni e la bella soddisfazi­one provata ad aver ricevuto la Panchina d’Argento Figc a 27 anni. Spesso si parla del fatto che sono giovane, ma in Europa non sono il solo. C’è Julian Nagelsmann che a 29 allena l’Hoffenhaim in Bundesliga». Una bella fetta di esperienza, poi, il tecnico viola l’ha fatta nei Seattle, vincendo la North West Division e l’Evergreen Cup, la coppa femminile tra i club dello stato di Washington.

«Lì hanno un’interessan­te consideraz­ione che della donna in generale. Se la domenica giri per i parchi, li trovi pieni di donne che giocano a calcio. Lì non importa che tu sia uomo o donna, l’importante è la competenza». E non ci sono dubbi che lui e la sua Fiorentina sanno vincere. «Non voglio sentire parlare di cerimonie anzitempo. Il Tavagnacco qualche anno fa giocava la Champions League e sabato non sarà una partita facile. Dobbiamo prima conquistar­lo lo scudetto, poi festeggiar­lo. Quindi dovremo essere umili e poi, dopo i 90 minuti, alzeremo gli occhi al cielo e guarderemo se saremo in paradiso o ancora in purgatorio. Perché non è vero che questo campionato, per noi, è stato una passeggiat­a. È solo un’impression­e, ma Brescia è rimasta dietro solo perché abbiamo vinto i due scontri diretti».

A proposito di Brescia, quella è stata la partita che ha avvicinato la Fiorentina Women’s al suo primo scudetto. E, di conseguenz­a, alla città: «A Firenze il calore della gente mi ha impression­ato. La città vive in simbiosi con il colore viola e questa cosa fa innamorare. Ovunque andrò me lo porterò dietro. Io però non mi accontento: vogliamo vincere anche la Coppa Italia. La Champions, invece, sarà dura. Noi la faremo per la prima volta e potremmo affrontare una big d’Europa, dove giocano calciatric­i che guadagnano 200-300 mila euro all’anno. In Italia, al massimo, se ne guadagnano 25 mila. Ho detto tutto». E fuori dal campo, che fa Cincotta? «Ascolto musica e ho una passione totale per la montagna, per il trekking, le vette e le scalate. Appena posso, poi, mi lancio in gite fuori porta per scoprire posti nuovi. E poi la vostra cucina… è troppo buona».

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Antonio Cincotta (sulla destra) con il presidente Mencucci e (al centro) l’altro mister Fattori

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