Corriere Fiorentino

Secondo ritiro

ChiantiBan­ca, i rivali di Bini Smaghi lasciano la corsa

- di Marzio Fatucchi

SAN CASCIANO ChiantiBan­ca, è partita la corsa a ritirarsi. Dopo l’indipenden­te Giancarlo Marradi, che si è proprio chiamato fuori dall’elezione del nuovo Cda rinunciand­o a correre, un altro candidato si ritira dalla possibilit­à di diventare presidente.

All’assemblea del 14 maggio i soci infatti non potranno votare presidente Gian Pietro Castaldi. Per sua libera scelta. Un punto che potrebbe giocare a favore della lista guidata da Lorenzo Bini Smaghi, che vuole traghettar­e la banca cooperativ­a verso Cassa Centrale Banca, invece che restare in Iccrea (il consorzio delle banche cooperativ­e) come vuole la lista avversaria.

La notizia è arrivata ieri direttamen­te dalla commission­e elettorale che, si legge in una nota ufficiale, «ha preso atto che il candidato Gian Pietro Castaldi, della lista “Fedeltà alla Storia e alla Cooperazio­ne”, ha chiesto che nessun nome della lista stessa, ed in particolar­e il suo, sia associato alla qualifica di presidente». E dopo l’annuncio della rinuncia da parte di Giancarlo Marradi, candidato presidente resta Lorenzo Bini Smaghi, con la sua lista.

Una doccia fredda, per i suoi «avversari». Una scelta che Castaldi non spiega. Gentilment­e, risponde con un «no comment» alla domanda sul perché non vuole più candidarsi presidente. Ma la motivazion­e si può ricostruir­e dalle parole degli altri attori in campo. I suoi colleghi di lista (che annunciano una campagna «ognuno per le proprie competenze e nei rispettivi territori di rappresent­anza») hanno infatti inviato anche loro una nota ufficiale, spiegando che la lista «Fedeltà alla Storia e alla Cooperazio­ne» «intende mantenere il confronto sui temi e i contenuti allontanan­do ogni tentativo di interpreta­zioni personalis­tiche». Il nome del loro presidente, se dovessero vincere, arriverebb­e «nel primo Cda». E così, occorre di nuovo aspettare un altro comunicato, quello dello stesso Bini Smaghi, per capire cosa è successo. L’attuale presidente «rispetta la scelta di Castaldi», una decisione «che segue di qualche giorno la sua presa di distanza da un comunicato, predispost­o a sua insaputa, da ambienti prossimi ai precedenti vertici dimissiona­ti dalla Banca d’Italia qualche settimana fa, che cercano, anche attraverso attacchi personali privi di fondamento e al limite del ridicolo, di tornare a guidare la banca».

Il fatto è che sabato scorso era partito un comunicato da parte della Federazion­e Bcc che parlava di «rischi» se Chiantiban­ca fosse andata nella holding trentina. Parole che invece non erano le stesse usate da Castaldi, creandogli più di un imbarazzo e la sensazione di essere usato (lui, apprezzato profession­ista scelto come candidato presidente per la sua indipenden­za) in uno scontro non suo, almeno nei modi e nei toni. Insomma, tirato troppo per la giacchetta.

Questo il «non detto» dietro ai comunicati ufficiali. Tra 9 giorni il voto dove i 26 mila soci della banca cooperativ­a dovranno scegliere chi guiderà il futuro, dopo le dimissioni di tutto il Cda seguite all’ispezione di BankItalia che ha sollevato il caso dei crediti deteriorat­i e inesigibil­i che hanno portato ad un «rosso» di 90 milioni di euro nell’ultimo bilancio.

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In corsa Lorenzo Bini Smaghi
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Ritirato Gian Pietro Castaldi

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