Corriere Fiorentino

«Nell’era della comunicazi­one un’idea vincente»

L’ex soprintend­ente Acidini: lo abbiamo sempre fatto, ma cambiare nome è una mossa giusta

- C.D.

L’idea di Schmidt? È vincente in termini di comunicazi­one. Cristina Acidini, ex numero uno del Polo museale fiorentino, conosce bene la collezione della Galleria del Costume oggi pronta a divenire Museo della Moda. E sull’operazione che il direttore delle Gallerie degli Uffizi sta facendo da qualche tempo a Palazzo Pitti (contenitor­e anche della collezione di moda) per svecchiarn­e l’immagine e renderla più attrattiva, si è fatta una sua opinione che esprime nel giorno in cui lo stesso Schmidt insieme con Pitti Immagine lancia la prossima mostra, quella che inaugura il 13 giugno col titolo di Il Museo effimero.

«Non conosco ancora i contenuti di questa mostra, ma mi pare di capire che, tramite l’allestimen­to che farà Olivier Saillard (direttore del Museo della Moda di Parigi, ndr) si renderanno visibili molti pezzi della collezione che è conservata nei depositi. Un’idea perseguita e concretizz­ata anche durante le mostre che noi organizzam­mo in passato, da quella dedicata a Rosa Genoni a quella sui bottoni, per dire, ma ce ne sarebbero molte altre da citare. I tessuti, per ragioni di ordine conservati­vo, vanno tenuti esposti per non più di due anni di seguito, altrimenti la luce li danneggia. Schmidt è stato bravo a parlare di Museo della Moda invece che di Galleria del Costume, perché il termine moda colpisce di più e poi sicurament­e il fatto di aver chiamato Saillard fa rumore. Ma anche noi con i nostri architetti facevamo un bel lavoro».

Quello su cui invece bisognerà aspettare è la ricaduta che tutto ciò avrà in termini di visitatori su cui, in passato era difficile avere dati certi perché la Galleria del Costume comprendev­a, per quanto riguarda gli ingressi, un’area più vasta a cui appartenev­ano anche Boboli e il Museo degli Argenti. Ricorda l’ex soprintend­ente: «Firenze è stata sempre attrattiva per il suo Rinascimen­to, ed è ovvio che continui a essere così. Ciò non toglie che c’è una nicchia di turisti e visitatori che vengono anche per le bellissime cose che custodiamo nella collezione di moda. Penso ai pezzi indossati da donna Franca Florio o agli abiti di grandi stilisti, da Valentino a Pucci, da Gucci a Dior. In genere, a mia memoria, questa crescita di ingressi era legata a particolar­i momenti dell’anno. Si registrava­no specialmen­te durante il periodo di Pitti. Ma questo non vuol dire che adesso le cose non possano cambiare. Staremo a vedere. Lo ripeto trovo una scelta efficace, dal punto di vista della comunicazi­one aver rinominato la ex Galleria del Costume e l’aver chiamato un allestitor­e straniero per la mostra di giugno».

Tempi nuovi «Firenze è stata sempre attrattiva per il suo Rinascimen­to, ciò non toglie che ci siano turisti interessat­i ad altre belle cose che custodiamo»

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Cristina Acidini, ex soprintend­ente del Polo Museale fiorentino

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